video suggerito
video suggerito
Ultime notizie su Alessia Pifferi

Cosa potrebbe rivelare la risonanza magnetica disposta su Alessia Pifferi insieme alla perizia psichiatrica

L’avvocata Alessia Pontenani ha chiesto, e ottenuto, per Alessia Pifferi una nuova perizia psichiatrica accompagnata da una risonanza magnetica. Il professor Massimo Clerici ha spiegato a Fanpage.it cosa potrebbe rivelare questo nuovo esame clinico sulla 39enne.
Intervista a Prof. Massimo Clerici
Professore ordinario di Psichiatria e direttore della Scuola di Specializzazione in Psichiatrica dell'Università degli studi di Milano Bicocca
A cura di Enrico Spaccini
61 CONDIVISIONI
Immagine
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

La Corte d'Appello di Milano ha accolto la richiesta di una nuova perizia psichiatrica su Alessia Pifferi. L'avvocata Alessia Pontenani, che difende la 39enne già condannata in primo grado all'ergastolo per aver lasciato morire di stenti la figlia di 18 mesi nel luglio del 2022, ha chiesto che la sua assistita venga sottoposta anche a una risonanza magnetica.

Secondo la legale, questo tipo di analisi clinica potrebbe aiutare i periti a stabilire se Pifferi sia portatrice, o meno, di un deficit cognitivo. Massimo Clerici, professore ordinario di Psichiatria e direttore della Scuola di Specializzazione in Psichiatrica dell'Università degli studi di Milano Bicocca, ha spiegato a Fanpage.it cosa potrebbe rilevare la risonanza magnetica e che peso potrà avere sull'esito della perizia.

prof. Massimo Clerici
prof. Massimo Clerici

Perché l'avvocata che difende Pifferi ha chiesto anche una risonanza magnetica per la sua assistita?

Ci sono alcune patologie psichiatriche che hanno evidenze si possono vedere nelle aree di sofferenza del nostro cervello. Per esempio, pensiamo alla parte frontale del nostro cervello, che è quella che integra le informazioni ed è importante dal punto di vista cognitivo. Il fatto di poter riscontrare eventuali danni, può permettere di dare indicazioni rispetto a un'ipotesi di patologie nell'ambito del comportamento. Bisogna però ricordare che dal punto di vista biologico non ci sono certezze in psichiatria. Non ci sono elementi che possono stabilire che patologie, come per esempio schizofrenia o disturbo bipolare, abbiano origini biologiche.

È piuttosto inusuale che un avvocato chieda, oltre alla perizia psichiatrica, anche una risonanza magnetica. Perché questa decisione?

In realtà è una pratica che si sta proponendo sempre più spesso, perché in questo momento i parametri biologici vengono valorizzati molto di più rispetto al passato. Prima nessuno si sognava di fare questo tipo di richieste perché eravamo ancora indietro con la tecnologia e perché oggi c'è una maggiore consapevolezza dell'impatto degli aspetti biologici sulle persone.

Ci portiamo dietro un cervello vulnerabile che nella stragrande maggioranza dei casi non possiamo prevedere come cambi e che può essere sottoposto a eventi di stress che lo danneggiano. Una risonanza magnetica può dare riscontro di eventuali danni subiti a livello di sistema nervoso centrale e fornire indicazioni in cui è presente un discontrollo dell'impulsività. Ad esempio, ci sono ormai tantissimi studi che dimostrano che alcune sostanze, in particolare quelle psicoattive, i cannabinoidi e gli stimolanti (ma non gli oppiacei), possono danneggiare il funzionamento dei neurotrasmettitori e di aree importanti del nostro cervello.

Perché è importante affiancare una risonanza magnetica alla perizia psichiatrica?

Una perizia psichiatrica accompagnata da dati relativi allo stato del cervello può offrire informazioni importanti. È chiaro che non si tratta di informazioni dirimenti: non possono essere in grado di indicare la causa unica di un disturbo, perché la complessità del funzionamento psichico è tale per cui non c'è un legame di causa-effetto diretto tra una patologia e un episodio di stress. Se si parla soprattutto di reati violenti, non c'è un legame che possa assicurare che in quel momento il soggetto possa essere stato guidato a mettere in atto un certo tipo di comportamento da un'alterazione del cervello.

Una risonanza magnetica può offrire indicazioni aggiuntive. Anche i test psicologici che vengono fatti ancora nelle perizie, come il famoso Rorschach, danno una fotografia complessiva del funzionamento psicologico di una persona. Tuttavia, anche se il test ha riscontrato una positività al discontrollo dell'impulsività, non vuol dire che questa sia la spiegazione del perché quella persona abbia commesso un atto di rilevanza penale.

L'esame può rilevare se c'è stato un trauma fisico, come una caduta quando era ancora piccola?

Sulla vulnerabilità di una persona pesano gli stress, e si parla di stress a tutti i livelli quindi anche quelli organici e fisici. Una persona potrebbe avere avuto un incidente, un trauma importante che ha o danneggiato qualcosa o anche influito sullo sviluppo del sistema nervoso centrale, se questo è avvenuto in età molto precoce.

È un fattore da tenere presente, ma non è esclusivo. Non può cioè indicare la causa diretta di un comportamento, però deve essere tenuto presente nella valutazione complessiva. E lo stress può essere un trauma fisico, ma anche un trauma psicologico avvenuto nel corso della vita, un abuso o l'uso di sostanze.

Tutti questi casi possono lasciare tracce biologiche sul cervello?

Assolutamente sì, su questo non c'è alcun dubbio.

E anche un eventuale grave deficit cognitivo, come quello che viene ipotizzato dalla difesa di Pifferi, può avere lasciato traccia?

Certo. Il deficit cognitivo è un elemento importantissimo per esaminare il funzionamento mentale di una persona. Sappiamo bene che il deficit cognitivo porta in alcuni casi o alla non comprensione di certi fenomeni o, appunto, a un discontrollo. C'è tutta una letteratura scientifica che comprova il fatto che le persone con una disabilità psichica possono avere un'impulsività maggiore rispetto a chi non ce l'ha.

Stiamo parlando di modelli interpretativi che sono molto seri. Poi, che se ne possa trarre in termini di un processo un'indicazione diretta, credo che sia molto difficile. È comunque importante non trascurare nulla.

Le informazioni fornite su www.fanpage.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
61 CONDIVISIONI
279 contenuti su questa storia
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views