Cosa non torna dall’autopsia di Diana, la bimba uccisa dalla madre che l’ha abbandonata
Sarà difficile cosa possa aver causato la morte di Diana, la bimba di un anno e mezzo lasciata da sola dalla madre Alessia Pifferi nel loro appartamento di Ponte Lambro. La donna di 37 anni si trova al momento nel carcere di San Vittore a Milano con l'accusa di omicidio. Dai primi esiti dell'autopsia non è emersa alcuna evidenza che possa aver causato il decesso della piccola. Sembrerebbe quindi che sia morta di fame e sete. Le ultime notizie su Diana, la bimba di 16 mesi morta di stenti.
Disposti nuovi accertamenti per verificare la causa della morte
I medici si sono riservati di fornire risposte più precise che potranno fornire solo dopo aver effettuato ulteriori accertamenti che quindi il pubblico ministero Francesco De Tommasi ha deciso di disporre. Bisognerà però attendere alcune settimane affinché gli esperti, nominati nell'inchiesta, possano produrre una relazione.
L'esito dell'esame tossicologico potrebbe aggravare la posizione di Alessia Pifferi
Fondamentali saranno poi gli esiti delle analisi condotte dalla polizia scientifica: al vaglio ci sono il latte contenuto nel biberon e trovato accanto alla piccola e il flacone di "En", un ansiolitico, ritrovato in casa. Nel primo caso si cercherà di capire se nel latte vi fosse del benzodiazepine e se sul beccuccio del biberon ci sia il Dna di Diana. Il sospetto è che la donna possa averlo fatto assumere alla figlia.
Se dovesse essere accertato che la piccola sia stata drogata, la posizione della madre potrebbe aggravarsi perché potrebbe essere riconosciuta la premeditazione e il dolo pieno.
Considerate le prove di cui la Procura dispone, è possibile che nei prossimi mesi si arrivi già a una richiesta di processo con rito immediato. Gli ulteriori accertamenti aiuteranno anche a capire il giorno in cui è morta Diana: sembrerebbe che la piccola sia morta alcuni giorni prima del ritrovamento del corpo.