Cosa hanno detto fratello e sorella di Sharon Verzeni ai carabinieri: le dichiarazioni sul compagno e Scientology
Nel pomeriggio di ieri, lunedì 19 agosto, il nucleo operativo dei Carabinieri di Bergamo ha convocato nuovamente il fratello e la sorella di Sharon Verzeni per interrogarli sull'omicidio della 33enne, accoltellata lo scorso 30 luglio a Terno d'Isola. Dopo quasi 20 giorni, infatti, le indagini sono ancora a un punto cieco: gli investigatori non riescono a trovare una pista che possa essere perseguibile. Per questo hanno necessità di scavare nella vita della ragazza e sperare di trovare un appiglio da cui partire. Ma cosa è emerso di nuovo dall'interrogatorio di ieri?
Melody Verzeni, 35 anni, con il marito, e il fratello Cristopher, 23 anni, sono stati ascoltati per ben sei ore di fila dai carabinieri di Brescia, che hanno provato a ricostruire con loro l'intera vita di Sharon, con particolare attenzione alla sua relazione con Sergio Ruocco. Su di lui, però, i fratelli sono convinti che non c'entri nulla con l'omicidio. E, come aveva anticipato a Fanpage.it Cristopher, anche agli inquirenti hanno ribadito che si fidano di lui.
In effetti, dai racconti loro e di altri testimoni, fra i due non sembrano mai esserci stati attriti o problemi. Al contrario sembravano una coppia affiatata e con la stessa comunione d'intenti: il mutuo per comprare casa, l'obiettivo di sposarsi nel 2025 e perfino quello di avere un figlio. Forse solo una divergenza sembra esserci fra Sharon e Sergio: l'avvicinamento di lei a Scientology per il tramite dei datori di lavoro del bar in cui lavorava.
Dai racconti dei familiari ai carabinieri emergerebbe, infatti, che Sharon dovesse sostenere dei costi iniziali per entrare nella comunità. Da qui il sospetto che il compagno potesse non essere d'accordo o, quantomeno, averglielo sconsigliato. Non risulta, però, che la coppia avesse difficoltà economiche e pertanto, per quanto lui potesse era in disaccordo, sembra davvero troppo poco anche solo per indirizzare l'indagine. Soprattutto a fronte delle tanti mani sul fuoco che tutti mettono su di lui.
Ruocco sarà comunque sentito nuovamente dagli inquirenti per la terza volta. Ma si tratta di un interrogatorio che lui non sembra temere affatto, anzi in un'intervista del 19 agosto a La Repubblica ha ribadito: "Io lo spero che mi chiamino! Se serve a dare una mano, certo che vado. Avrei preferito andarci già ieri, e ci andrei pure oggi". Mentre a Fanpage.it ha detto: "Mi manca tutto di lei, vorrei non fosse uscita a quell’ora".
Purtroppo, però, è uscita e ora bisogna capire perché e soprattutto chi ha incontrato lungo la strada. E se è quella la persona che l'ha uccisa.