Cosa ha detto Chiara Ferragni a Che tempo che fa sull’inchiesta per la truffa dei pandori Balocco
Nella serata di oggi, domenica 3 marzo, Chiara Ferragni è stata intervistata da Fabio Fabio a Che tempo che fa. L'influencer, indagata dalla Procura della Repubblica di Milano per truffa aggravata, ha dato la sua versione dei fatti sullo scandalo per la presunta attività di beneficenza connessa alle vendita dei pandori Balocco a Natale del 2022.
"Inizialmente pensavo di aver fatto una classica operazione di beneficenza. Solo dopo il 15 dicembre, quando è arrivata la multa dell'Antitrust, mi sono resa conto che, se qualcuno aveva frainteso, allora avevo sbagliato. Significa che le cose si potevano fare meglio", ha ribadito Chiara Ferragni nell'intervista, che aveva già pubblicato un video di scuse sui suoi social subito dopo che si era diffusa la notizia.
Incalzata da Fabio Fazio, che le ha chiesto perché fare quel tipo di comunicazione se il bonifico all'ospedale Regina Margherita di Torino era già stato fatto prima che iniziassero le vendite, l'influencer risponde: "In fase contrattuale abbiamo chiesto noi che venisse fatta questa donazione". "A noi – continua – faceva piacere e non penso che la beneficenza vada fatta per forza in maniera privata, perché quando la fai pubblicamente puoi creare emulazione".
Ma è Ferragni stessa, poi, a tornare sul punto: "La comunicazione poteva essere fatta meglio. Se c'è stato un fraintendimento a me dispiace, se qualcuno ha capito così c'è stato un errore […]. A me darei il consiglio di non provare ad essere perfetta. Tutti sbagliamo, commettiamo errori. Ero terrorizzata dal non riuscire a dimostrare la mia buona fede".
E sul futuro dice: "Non voglio più trovarmi in situazioni simili. Non rifarei questo tipo di operazioni: è meglio tenere separate le attività commerciali, che faccio con le mie aziende e che danno lavoro a quasi 50 persone, e la beneficenza". "Adesso c'è una normativa più chiara", ha concluso l'influencer che aveva già commentato favorevolmente il Disegno di legge ribattezzato con il suo nome dal governo e che legifera proprio su questa tipologia di attività.