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Caso Chiara Ferragni

Cosa c’è scritto nelle mail che hanno portato al rinvio a giudizio di Chiara Ferragni per truffa aggravata

Le mail contenute nell’informativa della Guardia di finanza, depositata in vista del processo a carico di Chiara Ferragni e altre tre persone (l’ex manager Fabio Damato, l’ad Alessandra Balocco e il responsabile di Dolci Preziosi Francesco Cannillo) previsto per il prossimo 23 settembre a Milano. “La beneficenza è fuorviante. Ferragni si attribuisce meriti che non ha”
A cura di Francesca Del Boca
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"La dicitura della beneficenza è fuorviante. Non è il caso che facciate intendere alcuna operazione di raccolta fondi a nostro favore direttamente riconducibile alla vendita delle uova di Pasqua", avverte lo staff di Dolci Preziosi. "Fate attenzione. Chiara Ferragni si sta prendendo tutto il buono dell'iniziativa e voi il brutto", un'altra dipendente di Balocco.

Sono solo alcune delle comunicazioni riportate all'interno dell'informativa del nucleo di Polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza, depositata in vista del processo per truffa aggravata a carico di Chiara Ferragni e ad altre tre persone (l'ex manager Fabio Damato, l'amministratrice delegata di Balocco Alessandra Balocco e il rappresentate di Dolci Preziosi Francesco Cannillo) che prenderà il via il prossimo 23 settembre a Milano.

Scambi di mail che hanno permesso agli investigatori, coordinati dall'aggiunto Eugenio Fusco e dal pm Cristian Barilli, di ricostruire il contesto in cui sono maturate le due operazioni commerciali, pandoro natalizio Balocco e uova di Pasqua Dolci Preziosi, che hanno portato al rinvio a giudizio dell'influencer più famosa d'Italia: in ambedue i casi, secondo chi indaga, l'imprenditrice e il suo team avrebbero indotto i consumatori a pensare, con l'acquisto dei prodotti griffati Ferragni, di contribuire a un'operazione di beneficenza, quando in realtà le donazioni erano state effettuate mesi prima dalle sole aziende. 

"Credevo sinceramente che non servisse un processo per dimostrare di non aver truffato nessuno", ha commentato intanto la stessa Ferragni, una volta ricevuto il decreto di citazione in giudizio. "Convivere per ancora chissà quanto con questa accusa, che ritengo del tutto ingiusta, pesa su di me, e di riflesso, sulla mia famiglia e sulle persone con cui lavoro".

Le mail di Dolci Preziosi per le uova di Pasqua

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"Purtroppo il comunicato, così come quanto avete pubblicato nel vostro sito, in alcuni passaggi porta il consumatore a pensare che comprando l'uovo si produca automaticamente un sostegno ai Bambini delle Fate". È il testo inviato il 21 febbraio 2022 da Federico Camporese, responsabile nazionale dell'associazione in sostegno a bimbi disabili e con autismo I Bambini delle Fate all'addetta al marketing di Cerealitalia-ID, azienda che produce le uova di Pasqua Dolci Preziosi con Chiara Ferragni, da immettere sul mercato in primavera. Il dolce al cioccolato, avvolto da una carta rosa, porta stampato il nome della celebre influencer e la scritta "Sosteniamo i Bambini delle Fate per l'inclusione sociale".

Una mail che solleva i primi dubbi sulla poca chiarezza dell'operazione commerciale, che incorrerà infatti prima nella multa dell'Antitrust per pubblicità ingannevole (per oltre un milione di euro) e poi nell'inchiesta per truffa aggravata della Procura di Milano. "Il messaggio risulta ingannevole per le persone che acquistano l'uovo", avvertiva chiaramente Camporese. "Come sapete potete utilizzare il logo come azienda, perché come azienda avete deciso di sostenere i Bambini delle Fate, ma non è il caso che facciate intendere alcuna operazione di raccolta fondi a nostro favore direttamente riconducibile alla vendita delle uova di Pasqua". In realtà, infatti, era stata la sola Dolci Preziosi a sostenere effettivamente l'associazione, effettuando due differenti donazioni per un totale di 36mila euro. Nulla, al contrario, sarebbe entrato nelle casse dell'impresa sociale da Chiara Ferragni e dai proventi delle vendite.

Camporese, del resto, non sarebbe stato l'unico a lamentarsi per le modalità dell'operazione commerciale. Tra le mail che esortano lo staff di Chiara Ferragni a eliminare i riferimenti alla beneficenza, c'è anche quella di un responsabile marketing di Cerealitalia. "Il nostro suggerimento è di togliere la frase “Usiamo Pasqua per fare del bene”, l’incipit è un po’ troppo sensibile rispetto al tema e alla modalità di sostegno progettuale condivisa”. Risposta dai collaboratori dell’imprenditrice digitale: Chiara ci tiene a utilizzare la dicitura “A Pasqua facciamo del bene”".

Caso pandoro, le comunicazioni interne alla Balocco

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Anche all'interno della Balocco c'è qualche mal di pancia. Il dipendente di un’agenzia di comunicazione, nel novembre del 2022, avverte via mail l'azienda dolciaria di Fossano in Piemonte, che con Chiara Ferragni ha realizzato il pandoro rosa Pink Christmas per le festività natalizie: “Cf si sta prendendo tutto il bello di questa iniziativa e voi tutto il brutto (…) Fate molta attenzione. Tra l'altro la beneficenza sta proprio diventando il nodo comunicativo centrale di questo prodotto (…) Si parla solo di Ferragni, di Balocco e della Beneficenza". Chiara Ferragni, attraverso post e storie Instagram, spiegava intanto ai suoi quasi 30 milioni di follower: "Io e Balocco abbiamo pensato a un progetto benefico per sostenere l'ospedale Regina Margherita di Torino. Abbiamo creato un pandoro limited edition e sosteniamo insieme un progetto di ricerca per nuove cure terapeutiche per i bambini affetti da Osteosarcoma e Sarcoma di Ewing. Sono davvero fiera di questa iniziativa e di rendere il nostro Natale un po’ più rosa e dolce con questo pandoro speciale".

Alessandra Balocco, ad dell’azienda dolciaria, il 20 ottobre 2022 risponde con toni amari: “Si attribuiscono meriti che non hanno. Ma il buon Dio ne terrà conto al momento opportuno”, riferendosi al fatto che, nonostante quanto dichiarato in pubblico, l'assegno da 50mila euro al reparto pediatrico dell'ospedale l'ha firmato (mesi prima) solo Balocco: le vendite del prodotto, anche in questo caso, sono slegate dalla donazione benefica all'ente prescelto. Replica ancora una responsabile dell'azienda, appoggiando l'ad Balocco: “Mi verrebbe da rispondere che in realtà le vendite servono per pagare il vostro cachet esorbitante”. L'idea di mettere al primo posto la beneficenza, spiega agli inquirenti proprio un'impiegata della Balocco, d'altronde sarebbe "partita proprio dal team Ferragni", come sembra essere accaduto, per gli inquirenti, anche nel caso delle uova di Pasqua con Dolci Preziosi.

Fabio Damato e Chiara Ferragni
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