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Cosa potrebbe rivelare il memoriale di Giacomo Bozzoli che ha scritto nei suoi 11 giorni di latitanza

Giacomo Bozzoli ha annunciato di aver scritto un memoriale in cui spiega di avere un testimone austriaco che lo scagionerebbe: in settimana verrà interrogato in merito alla sua latitanza e potrà rivedere la famiglia.
A cura di Giorgia Venturini
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Giacomo Bozzoli
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Continua a proclamarsi innocente Giacomo Bozzoli, condannato all'ergastolo per aver ucciso lo zio Mario e arrestato con sentenza in via definitiva dopo 11 giorni di latitanza. Si trova ora in carcere e da qui avrebbe annunciato di aver scritto un memoriale in cui spiega di avere un testimone austriaco che lo scagionerebbe: si tratterebbe di un uomo che potrebbe spiegare i 4.400 euro in contatti trovati a casa dell'operaio addetto ai forni la sera dell'omicidio ovvero l'8 ottobre del 2015, Giuseppe Ghirardini, e morto poi suicida. I soldi erano stati trovati divisi in banconote da 500 e 50 euro, emesse dalla Banca centrale austriaca.

Secondo i giudici quei contanti sarebbero stati un anticipo per commettere l'omicidio di Mario Bozzoli. Al momento però non è noto il nome del testimone straniero, così come resta da scoprire se questo memoriale possa fornire dettagli nuovi e magari portare i legali difensori a chiedere che venga riaperto il caso. Tutto è ancora da scoprire, quello che è certo resta la condanna all'ergastolo della Corte di Cassazione che ha ritenuto Giacomo Bozzoli responsabile della morte di suo zio Mario, scomparso l'8 ottobre 2015, e della distruzione del suo cadavere in un forno della fonderia di famiglia di Marcheno.

Da venerdì 12 luglio Giacomo Bozzoli si trova in carcere: è stato arrestato l'11 luglio nella sua villa di Soiano dopo 11 giorni di latitanza: i carabinieri lo hanno trovato nascosto nel cassettone del letto matrimoniale. Ai militari avrebbe detto: "Ma mi arrestate? Io sono innocente".

L'ultimo giorno di latitante Bozzoli avrebbe commesso almeno tre errori: primo tra tutti il giorno dell'arresto avrebbe chiamato uno dei 14 numeri che i carabinieri avevano messo sotto intercettazione, secondo una volta arrivato nella villa di Soiano ha oscurato una telecamera e attivato l’aria condizionata. In questo modo si è attivando un rumore in casa, così era certo che al suo interno ci fosse qualcuno. Intanto proseguono le indagini sulla sua latitanza: resta da capire quali potrebbero essere i complici di Bozzoli nei suoi 11 giorni di latitanza. Intanto in settimana Bozzoli sarà interrogato proprio in merito alla sua latitanza: dovrà difendersi dall'accusa di aver procurato inosservanza della pena. In settimana inoltre potrà avere un incontro con la sua famiglia.

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