Cosa c’è dietro la chiusura di Panini Durini, fra cessioni da una società all’altra e la nascita di nuovi brand
"Ragazz*, siamo giunti alla fine di questo meraviglioso viaggio". Comincia così l'ultimo post pubblicato sul profilo Instagram di Panini Durini, la catena di lunch bar diventata famosa soprattutto a Milano per i suoi panini creativi e composti da ingredienti di qualità. Fondata nel 2011 da Stefano Saturnino, nel giro di un decennio ha aperto vari punti vendita in alcune delle zone più strategiche del capoluogo lombardo (via Durini, Duomo Mengoni, Duomo Orefici, Manzoni, Brera, Turati, Cadorna) e ha poi esteso la sua presenza arrivando fino a Genova e Torino. Lunedì 4 marzo arriva però la notizia che tutti i locali non avrebbero più alzato la saracinesca. Per il grande pubblico è sembrato un fulmine a ciel sereno, ma in realtà da qualche anno Pancioc spa, società proprietaria del marchio Panini Durini, versava in una situazione di difficoltà. Condizione che ha un inizio preciso, anzi un evento: la pandemia da Covid-19, dopo la quale i negozi aperti erano progressivamente scesi da 17 a 8.
Riavvolgendo il nastro, nel 2018 Saturnino vende Panini Durini, che in quel momento fatturava 10 milioni di euro, a Bac Uno srl, veicolo societario di un club deal di investitori privati organizzato da Astraco. Gli affari continuano ad andare bene, fino a che, appunto, la pandemia non colpisce anche il nostro Paese, costringendo alla chiusura temporanea tante attività, tra cui quelle di ristorazione, tra i settori più penalizzati. Panini Durini nel 2020 accusa una riduzione dei ricavi del 70 per cento, con un importante impatto sul conto economico e sulla situazione finanziaria, condizione che si protrae per tutto il corso dell’esercizio 2021. Nello stesso anno comincia anche la progressiva uscita di Bac Uno srl, che prima lascia la gestione di Panini Durini e poi, da marzo 2023, non figura più neanche come socio.
A divenire azionista di controllo è infatti il fondo di private debt Impresa Italia, gestito da Riello Investimenti Sgr, che partecipò fin dall’inizio all’acquisizione di Pancioc spa come fornitore di debito tramite un prestito obbligazionario di 4,8 milioni di euro. Per far fronte alla difficile situazione finanziaria generata dal Covid, e consentire la prosecuzione e il rilancio delle attività, nel corso del 2021 Pancioc spa ha beneficiato di un aumento di capitale di complessivi 2,85 milioni euro, cui Impresa Italia ha contribuito per 1,5 milioni. Nei primi mesi del 2023 il fondo di private debt decide di rinunciare al proprio credito e di effettuare un ulteriore investimento di 0,7 milioni di euro, divenendo al contempo azionista di controllo. Nel frattempo, contrariamente alle attese, gli effetti negativi della pandemia si protraggono oltre il 2021, interessando buona parte del 2022. Vengono così consumate più rapidamente le nuove risorse, le quali vengono utilizzate per far fronte ai costi fissi di gestione e ai piani di rientro dell’indebitamento pregresso verso i fornitori anziché, come pianificato, per il rilancio dei locali.
Si arriva così alla chiusura delle attività, dopo circa un anno. I motivi sono molteplici. I locali di Panini Durini erano strategicamente posizionati in zone ad alto afflusso (uffici, università, zone di maggior flusso turistico), ma durante e dopo la pandemia il ricorso massiccio allo smart working, la didattica a distanza e la riduzione del turismo hanno influito negativamente sulla ripartenza. A questo si sono aggiunti gli incrementi dei costi di energia e materie prime, così come le mutate abitudini di consumo degli ultimi tre anni, ora più orientati all’aperitivo e alla cena, segmenti poco o per nulla presidiati da Panini Durini. La società ha provato anche a studiare altri format per avvicinarsi a queste fasce orarie, ma ha trovato difficoltà a sostituire il personale o incrementare i team.
"E non è un addio, in qualche modo ci rincontreremo!". Questa frase contenuta nelle battute finali del post ha fatto pensare a molti che la parola fine su Panini Durini non fosse ancora stata pronunciata. In realtà, si tratta di una chiusura definitiva. Negli ultimi due anni Riello Investimenti Sgr, tramite Impresa Italia, ha attivato una strategia di riduzione delle attività meno rilevanti, di cessione di alcuni punti vendita, di riorganizzazione, e la ricerca di un partner strategico con il quale poter rafforzare la società salvaguardando i suoi dipendenti e i suoi asset. L’entrata di un nuovo socio non si è concretizzata e, a fronte delle difficoltà finanziarie e nonostante l’inserimento di nuove risorse, Pancioc spa si è trovata in una situazione di forte tensione che non ha consentito la prosecuzione dell’attività.
Ai dipendenti è stato chiesto di usufruire delle ferie maturate, non si sa ancora che cosa verrà offerto loro in futuro. Nel frattempo, il fondatore di Panini Durini, Stefano Saturnino, ha dato vita negli anni ad altri progetti di successo, tra cui Pizzium, Marghe, Giolina, Pasticceria Gelsomina. Per la sua prima creatura, invece, è prossima la nomina di un curatore fallimentare. Segnale che non indica un arrivederci, ma un vero e proprio addio a Panini Durini.