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Cortei no green pass a Milano, Sala: “Questo sarà il sabato della verità, si rispettino le regole”

Il sindaco di Milano Beppe Sala ha definito quello di domani “il sabato della verità” per i cortei no green pass: “Vediamo se verranno fatte rispettare le regole”.
A cura di Simona Buscaglia
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Foto di repertorio
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Ieri il sindaco di Milano Giuseppe Sala si è detto preoccupato e aveva affermato che quello di domani "sarà un po’ un sabato della verità, vediamo se le regole vengono fatte rispettare come io mi auguro". Il primo cittadino aveva poi ricordato che oggi si svolgerà l’incontro in prefettura dove, per l'amministrazione comunale, parteciperà l’assessore alla sicurezza Marco Granelli: "Vediamo cosa decide il Prefetto” aveva aggiunto il numero uno a Palazzo Marino. Tra le possibili soluzioni per ovviare i disagi legati ai cortei non autorizzati, c'è anche chi proponeva una manifestazione in un solo posto evitando la sfilata per le vie della città: "Sarebbe una soluzione, io spero buona per tutti, in ottica dì avvicinamento al Natale. Ma la preoccupazione ovviamente permane". I commercianti hanno infatti in più occasioni ribadito che la situazione, con il centro cittadino ogni sabato di fatto blindato dai cortei no green pass, è diventata per loro insostenibile, con perdite di fatturato che hanno raggiunto i milioni di euro.

Perquisizioni a casa di alcuni No green pass

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I carabinieri del Nucleo Informativo del Comando Provinciale di Milano hanno eseguito perquisizioni all’alba nei confronti di quattro no green pass che negli scorsi weekend durante le manifestazioni hanno aggredito alcuni giornalisti. L'accusa nei loro confronti è di violenza privata aggravata. I fatti, che hanno fatto scattare i provvedimenti, risalgono agli scorsi sabati quando questi manifestanti hanno avuto atteggiamenti prevaricatori nei confronti di alcuni giornalisti, impedendo il diritto-dovere di cronaca: i manifestanti hanno aggredito anche Saverio Tommasi di Fanpage.it. Le aggressioni su cui si sono concentrate le indagini sono quelle del 16, 23 e 30 ottobre nei confronti di un giornalista del TG5 e quella del 6 novembre nei confronti di un giornalista dell’Ansa.

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