Corruzione a Vigevano, chiesto il processo per il sindaco Andrea Ceffa, l’ex eurodeputato Angelo Ciocca e altri sei

La Procura di Pavia ha fatto sapere con una nota di aver chiuso le indagini e chiesto il rinvio a giudizio per il sindaco di Vigevano, Andrea Ceffa, l'ex eurodeputato della Lega, Angelo Ciocca, e altre sei persone. Le accuse, a vario titolo, sono di istigazione alla corruzione, corruzione e falsità ideologica.
Le accuse contro Ciocca, Righini e Andrighetti
Le indagini, coordinate dalla pm Chiara Giuiusa, sono iniziate in seguito a quanto avvenuto il 30 novembre 2022 in Consiglio comunale a Vigevano, con la cosiddetta "congiura di Sant'Andrea". L'imprenditore edile, e presidente dell'Ance di Pavia, Alberto Righini (sottoposto alla misura cautelare della interdizione temporanea dalla attività imprenditoriale) avrebbe proposto circa 15mila euro alla consigliera Emma Stepan, attraverso il convivente Luca Battista e con l'aiuto di Ciocca, "per convincerla a rassegnare le proprie dimissioni insieme ad altri 12 consiglieri".
Stando a quanto ricostruito dagli investigatori, Stepan e Battista avrebbero rifiutato, ma "segnalarono l'accaduto al sindaco". Per questo filone d'inchiesta, è indagata, oltre a Ciocca, anche la compagna di Righini, Alice Andrighetti.
Le indagini su Ceffa, Giaometti e tre dirigenti di Asm Vigevano
Le dimissioni di massa vennero sventate. Tuttavia, ha spiegato la Procura, "per assicurarsi il sostegno politico della consigliera comunale Roberta Giacometti", il sindaco Ceffa "le avrebbe procurato, tramite un prestanome, una consulenza presso Asm". La municipalizzata non ne avrebbe avuto necessità quindi, secondo gli inquirenti, l'unico scopo sarebbe stato quello di "assicurare un illecito vantaggio economico alla donna". A loro volta, tre dirigenti di Asm Vigevano, "pur nella piena consapevolezza della assoluta inutilità della prestazione, avrebbero a vario titolo collaborato per conferire alla consigliera comunale il prezzo della corruzione"
Al sindaco Ceffa, alla consigliera comunale Giacometti e agli amministratori di Asm vengono contestati i reati di corruzione e di falso ideologico. Per la Procura, infatti, pur di assicurare il sostegno politico della consigliera comunale al sindaco sarebbero stati disposti a falsificare la determinazione dirigenziale di affidamento dell'incarico, facendo falsamente risultare che il contratto di consulenza fosse affidato a una terza persona". Per queste ipotesi di reato, Ceffa si trova agli arresti domiciliari mentre gli altri quattro, dopo un periodo trascorsi ai domiciliari, ora sono sottoposti alla misura dell'interdizione temporanea dai pubblici uffici.