Lombardia, Mantovani: “In terapie intensive malati più giovani ma mortalità non è diminuita”
L'età media delle persone che finiscono in terapia intensiva è in netto calo ma ciò che non accenna a diminuire è la mortalità che invece resta comunque piuttosto alta. A dirlo è Alberto Mantovani, direttore scientifico dell'Istituto clinico Humanitas di Rozzano (Milano) e docente di Humanitas University che intervenuto questa mattina durante il programma tv in onda su Rai Tre "Agorà" ha spiegato quanto sta accadendo negli ospedali della Lombardia.
Curiamo prima e quindi meno persone arrivano in terapia intensiva
"Voglio ricordare una cosa rilevante sulle persone in terapia intensiva per Covid-19 in Lombardia – ha detto il professore – ad oggi registriamo un'età media 10 anni inferiore a quella che avevamo nella tempesta di marzo, cioè intorno ai 60 anni. Ma la mortalità continua a rimanere alta". "Grazie al lavoro che abbiamo fatto e che continuiamo, facciamo diagnosi prima, curiamo prima e quindi meno persone arrivano in terapia intensiva – ha assicurato continuato Mantovani -come altre strutture abbiamo creato un Emergency Hospital proprio per essere preparati a fronteggiare un'eventuale nuova situazione critica".
Salgono a 48 i ricoveri in terapia intensiva
Nell'ultimo bollettino sui contagi da Coronavirus in Lombardia i ricoveri in ospedale sono saliti a 433 mentre i pazienti in terapia intensiva sono 48, con un aumento costante registrato nell'ultima settimana. A preoccupare maggiormente è la città di Milano dove sono centinaia i nuovi contagi che vengono registrati ogni giorno. Per questo sia il governatore Fontana che il sindaco Sala hanno fatto appello alla cittadinanza affinché vengano rispettate le norme anti Covid. Intanto nei prossimi giorni il governo firmerà il nuovo Dpcm che potrebbe dare un'ulteriore stretta alle norme per scongiurare così il pericolo di un nuovo lockdown.