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Covid 19

Coronavirus Lombardia, bollettino di domenica 15 novembre: 8.060 contagi e 181 morti, 160 i ricoveri

Nelle ultime 24 ore in Lombardia sono stati segnalati 8.060 nuovi contagi di Coronavirus e 181 morti. I ricoveri in ospedale fanno registrare un nuovo forte aumento (più 160 rispetto a ieri) così come quelli in terapia intensiva (più 20 rispetto a ieri, per un totale di 837): ecco il bollettino con i dati del 15 novembre sui contagi Covid in Lombardia.
A cura di Filippo M. Capra
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Il bollettino di domenica 15 novembre con i dati relativi all'emergenza Coronavirus in Lombardia. Secondo quanto riportato dalla Regione, nelle ultime 24 ore sono stati segnalati 8.060 nuovi contagi da Covid-19 su 38.702 tamponi effettuati. Ieri il dato era di 8.129 positivi su 35.550 tamponi. La percentuale tra tamponi effettuati e positività riscontrate è pari al 20,8 per cento. Aumentano i decessi: da ieri sono stati registrati 181 morti (ieri erano 158). Da febbraio, stando ai dati ufficiali, sono 19.367 i cittadini deceduti ufficialmente per Covid-19 nella sola Lombardia. In totale nella regione sono stati effettuati 3.550.494 tamponi da inizio pandemia.

I nuovi pazienti ricoverati e in terapia intensiva

Continua a crescere il numero dei pazienti ricoverati in ospedale e in terapia intensiva. Con l'aumentare dei contagi aumentano infatti cresce anche la pressione sugli ospedali della rete regionale. Nelle ultime 24 ore il numero dei ricoveri in ospedale è salito di 160 unità, portando il totale a 7.781 (ieri erano 7.621), mentre 20 sono i nuovi pazienti assistiti in terapia intensiva, che raggiungono dunque la cifra di 837 unità. Cresce per fortuna in maniera considerevole anche il numero dei guariti/dimessi, ora arrivato a 138.872: sono 1.617 le persone che sono riuscite a superare la malattia nelle ultime 24 ore.

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I dati delle province lombarde

Per quanto riguarda le province lombarde, nello specifico sono 3.302 i nuovi contagi di Coronavirus registrati in provincia di Milano, di cui 1.266 a Milano città. Sono 1.140 i nuovi positivi nella provincia di Monza e Brianza, la provincia più colpita dopo quella di Milano, 684 in quella di Varese, 644 in provincia di Brescia, 425 in quella di Como e 465 a Pavia. La provincia di Bergamo ha registrato 354 nuovi contagi, mentre sono 329 quelli a Lecco, 149 nella provincia di Lodi, 82 in quella di Cremona, 92 nella provincia di Sondrio e infine 214 a Mantova.

Direttore generale Areu su checkpoint in Fiera: Abbassiamo pressione sugli ospedali

In collegamento dal checkpoint dell'ospedale in Fiera Milano, il direttore generale dell'Azienda regionale emergenza urgenza della Lombardia, Alberto Zoli, ha comunicato che "dal punto di vista dei numeri oggi abbiamo una pressione su Como e Varese identica a quella di ieri". Ciò comporta quindi una "forte richiesta di soccorso da parte dei cittadini e il relativo trasporto verso gli ospedali di riferimento. Sul territorio le ambulanze entrano all'interno di un checkpoint dove il paziente è un codice verde con una tipologia di casistica respiratoria infettiva", ha continuato Zoli, ribadendo che i codici rossi e gialli sono sempre "indirizzati verso gli ospedali". Dopo un test antigienico rapido e una visita, viene deciso se il paziente necessita un ricovero e in base alle sue condizioni portato in un nosocomio piuttosto che in un altro.

L'assessore Gallera: Il sistema sanitario sta reagendo

Anche l'assessore al Welfare della Lombardia Gallera, presente in Fiera, ha parlato del checkpoint per i codici verdi, dicendo che "quelle che erano state salvate durante la prima ondata ora sono le province più colpite dalla seconda". Gallera ha però assicurato che "il sistema sanitario sta reagendo", aggiungendo che il checkpoint in Fiera Milano è quello di Trenno, trasferito per facilitare il tamponamento degli studenti nell'area in via Novara.

Medici contro la sanità lombarda: la lettera in esclusiva a Fanpage.it

In una lettera affidata in esclusiva a Fanpage.it, alcuni medici muovono aspre critiche alla sanità lombarda: "Denunciamo sprechi e mal funzionamento dell’apparato sanitario pubblico locale. La diretta conseguenza di ciò grava sulle nostre spalle, costringendoci ogni giorno a intubare e ricoverare in Terapia Intensiva decine di pazienti, esattamente come accadeva a marzo – aprile. La speculazione della sanità privata, con l’indiretta ma concorrente complicità della mala gestione sanitaria pubblica, è inaccettabile".

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