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Coronavirus, Galli: “Stiamo per avere una nuova battaglia di Milano: infezione dilagante”

“A marzo temevo moltissimo la ‘battaglia di Milano’, ora stiamo per averla”, così Massimo Galli, direttore Malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano, intervenuto questa mattina ad Agorà su Rai 3. Secondo Galli la possibilità di una nuova battaglia per il capoluogo lombardo è possibile nelle prossime settimane. I motivi? “Milano ha molta più gente suscettibile a infettarsi, essendo inoltre una città metropolitana in cui le persone si sono mosse in maniera intensiva d’estate – ha spiegato – e poi c’e’ stata la ripresa di numerose attività.
A cura di Chiara Ammendola
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"A marzo temevo moltissimo la ‘battaglia di Milano', ora stiamo per averla", così Massimo Galli, direttore Malattie infettive dell'ospedale Sacco di Milano, intervenuto questa mattina ad Agorà su Rai 3. Secondo Galli la cosiddetta "Battaglia di Milano" che fu risparmiata dal relativo tempestivo lockdown lo scorso marzo potrebbe ritornare nelle prossime settimane con una seconda forte ondata. Questa volta il rischio maggiore "deriva in parte dal fatto che Milano ha molta più gente suscettibile a infettarsi, essendo inoltre una città metropolitana in cui le persone si sono mosse in maniera intensiva d'estate, e poi c'e' stata la ripresa di numerose attività".

Il contagio è dilagante: basta guardare agli ospedali

"I dati che ho – ha proseguito – mi dicono che durante il lockdown a Milano avevamo il 7-8 per cento di persone infettate tra i 30 e i 50 anni contro il 40% nella Bergamasca. Ora il timore che l'infezione vada avanti in modo dilagante è un timore reale ed è testimoniato da quello che vediamo negli ospedali". Il personale sanitario non è impreparato ma frustrato dal fatto che tutte le attività restituite ad altri saranno nuovamente interrotte: così si perde un pezzo importante di assistenza.

Mezzi pubblici? Si doveva fare molto di più e meglio

Galli è intervenuto anche sul tema dei mezzi pubblici da sempre sollevato dai cittadini: "Molti si sentono ammassati nei mezzi pubblici è un elemento indiscutibile, in realtà si doveva fare molto di più e si doveva fare meglio – spiega – l'alternativa è scaglionare gli ingressi al lavoro e rassegnarsi al fatto che molte attività on possono essere svolte in presenza, quindi è necessario lo smart working così come la didattica a distanza. Il punto riguarda proprio gli spostamenti anche per la scuola così come i fenomeni di aggregazione tra gli studenti che hanno dato vita a diversi focolai in giro per l'Italia".

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