Coronavirus, Fontana sulla zona rossa: “Da Conte schiaffo in faccia alla Lombardia”
"Uno schiaffo in faccia alla Lombardia e a tutti i lombardi. Un modo di comportarsi che la mia gente non merita". È dura la reazione del presidente di Regione, Attilio Fontana, all'annuncio della zona rossa in Lombardia con conseguente lockdown da venerdì 6 novembre. “Le richieste formulate dalla Regione Lombardia, ieri e oggi, dunque – ha aggiunto – non sono state neppure prese in considerazione".
Fontana: Relegati in fascia rossa senza motivazione valida
“Comunicare ai lombardi e alla Lombardia, all’ora di cena, che la nostra regione è relegata in fascia rossa senza una motivazione valida e credibile non solo è grave, ma inaccettabile", è il commento del governatore. "A rendere ancor più incomprensibile questa decisione del Governo sono i dati attraverso i quali viene adottata: informazioni vecchie di dieci giorni che non tengono conto dell’attuale situazione epidemiologica”.
Scontro Fontana-Conte sui dati del monitoraggio
Un concetto che Fontana aveva già espresso nel corso della giornata, definendo "inaccettabile" la decisione. Sui dati ha risposto lo stesso premier spiegando che "il monitoraggio non fotografa il dato di stamattina o ieri, è aggiornato a settimana precedente perché il dato deve essere stabilizzato".
Le nuove limitazioni in Lombardia
Da venerdì quindi in tutto il territorio della Lombarda scatteranno nuove limitazioni. Non si potrà uscire di casa, nemmeno all'interno del proprio comune, se non per comprovate esigenze di lavoro, salute, necessità o urgenza. Chiuderanno bar e ristoranti, che potranno fare asporto, e negozi con l'eccezione di alimentari, tabaccai, edicole, farmacie, lavanderie e parrucchieri. Per circolare sarà necessario dotarsi di autocertificazione. È sempre consentito il rientro presso il proprio domicilio.