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Corona continua lo sciopero della fame in ospedale, l’avvocato: “È capace di lasciarsi morire”

Fabrizio Corona è ancora ricoverato in ospedale a Milano dove continua lo sciopero della fame e della sete per protestare contro la decisione del Tribunale di sorveglianza, che ha disposto che ritorni in carcere. “Non lo piegheranno, se lui ritiene di aver subìto un’ingiustizia è capace di lasciarsi morire”, spiega a Fanpage.it il suo storico avvocato, Ivano Chiesa.
A cura di Francesco Loiacono
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"Non lo piegheranno, se lui ritiene di aver subìto un'ingiustizia è capace di lasciarsi morire". Così Ivano Chiesa, storico avvocato di Fabrizio Corona, commenta a Fanpage.it l'attuale situazione dell'ex re dei paparazzi, ancora ricoverato nel reparto di Psichiatria dell'ospedale Niguarda di Milano. "Sta male, da quello che so resterà ancora ricoverato a lungo, è in osservazione psichiatrica", spiega Chiesa. Lo scorso giovedì Fabrizio Corona si è procurato da solo un taglio all'arteria radiale di un braccio dopo aver appreso di dover tornare in carcere: il Tribunale di sorveglianza di Milano ha infatti deciso di revocargli il differimento della pena residua ai domiciliari che gli era stato concesso nel dicembre del 2019 per curare una patologia psichiatrica. "E invece adesso i giudici dicono che Corona è in uno stato di benessere psichiatrico e può essere curato in carcere", commenta sarcasticamente Ivano Chiesa, che aveva già dichiarato a Fanpage che quella andata in scena la scorsa settimana era stata "una pagina nera per la giustizia italiana".

Continua lo sciopero della fame e della sete

Oltre al gesto di autolesionismo, compiuto praticamente in diretta su Instagram (ma il social network ha poi rimosso video e foto), Corona per protestare contro la decisione ha deciso di intraprendere lo sciopero della fame e della sete, che perdura tuttora a distanza di più di quattro giorni. "Ho provato più volte a farlo desistere, almeno a farlo bere, ma lui ha una volontà d'acciaio – spiega Chiesa -. Lui sta vivendo tutto come una grande ingiustizia, non lo piegheranno, piuttosto è capace di lasciarsi morire. È intenzionato ad andare avanti fino a quando dal tribunale di sorveglianza qualcuno non deciderà di parlare con lui", dice l'avvocato di Corona, aggiungendo che però al momento non si è ancora mosso nulla né con la presidente, dottoressa Giovanna Di Rosa, né con qualche altro funzionario.

Non si sa in quale carcere sarà trasferito

L'avvocato Ivano Chiesa conferma che presenterà ricorso contro la decisione del tribunale di sorveglianza. Intanto però, se la situazione a livello ospedaliero dovesse sbloccarsi e Corona dovesse essere dimesso, per lui si apriranno nuovamente le porte del carcere. Quale, non è ancora chiaro: "Prima avevano detto Bollate, poi Opera – dice l'avvocato – C'è ovviamente una grande differenza tra i due istituti: a Bollate potrebbe essere curato meglio, anche se non c'è un centro clinico specifico. Non è certo una questione di professionalità degli operatori penitenziari, anzi: sono brave persone, vogliono bene a Fabrizio, ma per lui cosa possono fare in concreto?". La scelta del carcere in cui Fabrizio dovrà tornare dipende dal Dap, il Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria. L'avvocato Chiesa non è però ottimista: "Servirebbe buonsenso, ma in questa vicenda non se n'è visto".

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