Coprifuoco Lombardia, Speranza: “Sono d’accordo con la richiesta della Regione”
A seguito della richiesta della Regione Lombardia, dell'Anci, delle opposizioni e della maggioranza regionali e di tutti i sindaci dei capoluoghi di provincia, al Governo Conte circa l'instaurazione di un coprifuoco su tutto il territorio lombardo dalle 23 alle 5, il ministro della Saluta Roberto Speranza si è detto "d'accordo sull'ipotesi di misure più restrittive". Il ministro ha poi aggiunto all'Ansa di aver "sentito il Presidente Fontana e il sindaco Sala" e ha assicurato che "lavoreremo assieme in tal senso nelle prossime ore".
Gori: Coprifuoco decisione drastica ma non la escludo
Immediata anche la reazione del sindaco di Bergamo Giorgio Gori che, contattato da Rai Radio 1, ha dichiarato di non sentirsi di escludere la misura del coprifuoco "perché penso che la dinamica che ha ripreso ad avere l'epidemia debba far considerare tutte le soluzioni". Il primo cittadino bergamasco ha poi aggiunto che dopo la riunione tenutasi oggi "nel giro di qualche giorno si prenderanno decisioni di questo senso". Poi, Gori ha citato il presidente francese Macron che a Parigi ha preso una decisione molto drastica secondo la quale "dalle 9 di sera nessuno può più circolare se non per lavoro o necessità". Offrendo questo esempio, Gori ha poi dichiarato di non credere "ci sia bisogno di una misura così drastica in tutta la nostra regione però sono scelte che non si possono escludere nel momento in cui vogliamo tutti evitare un lockdown generalizzato e salvaguardare scuola e lavoro".
Coprifuoco alle 23 e centri commerciali chiusi nel weekend
La richiesta della Regione Lombardia nasce da una previsione tale per cui al 31 ottobre, di questo passo, in Lombardia si conterebbero 600 pazienti ricoverati in terapia intensiva e 4.000 degenti in tutti gli ospedali. Per questo motivo non solo è stata inoltrata la richiesta di limitare la circolazione dei cittadini nelle ore notturne, ma anche quella di tenere chiusi i centri commerciali durante le giornate di sabato e domenica, ad esclusione dei centri di media e grande distribuzione che vendono generi alimentari e beni di prima necessità. In questo modo si cerca di limitare ulteriormente la diffusione del contagio da Coronavirus che nelle ultime 24 ore ha fatto registrare altri 1.687 contagi e 6 morti.