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Covid 19

Coprifuoco Lombardia, è ufficiale: scatta il divieto di uscire dalle 23 alle 5

Dopo l’apertura del ministro della Salute Roberto Speranza, è arrivato l’ok del Governo Conte alla richiesta della Regione Lombardia di attuare un coprifuoco dalle 23 alle 5 a partire dal prossimo 22 ottobre. La Regione ha chiesto anche di chiudere i centri commerciali nelle giornate di sabato e domenica.
A cura di Filippo M. Capra
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Adesso è ufficiale: in Lombardia scatterà un coprifuoco a partire da giovedì 22 ottobre dalle 23 alle 5. Dopo le parole di apertura del ministro della Salute Roberto Speranza, che si era detto d'accordo con maggiori restrizioni sul territorio lombardo, è arrivato quindi l'avallo del capo del Governo. Dalle 23 fino alle 5 si potrà uscire di casa solo per comprovate necessità – come ad esempio motivi di lavoro – o emergenze.

La previsione: Senza coprifuoco 600 pazienti in terapia intensiva entro il 31 ottobre

La richiesta di coprifuoco si è configurata in una situazione sempre più deleteria dove i contagi e i ricoveri da Coronavirus sono in costante aumento, giorno dopo giorno, a tal punto che una previsione ha posto l'ipotesi che se non si prendono nuove misure come quelle proposte, al 31 di ottobre in terapia intensiva potrebbero essere ricoverate ben 600 persone, mentre in ospedale con sintomi lievi circa 4.000. Per arginare, quindi, la diffusione del contagio in questa seconda ondata, la Regione, i sindaci dei capoluoghi, l'Anci e sia l'opposizione che la maggioranza, hanno chiesto il permesso di chiudere tutti i centri commerciali regionali nelle giornate di sabato e domenica. Restano però ovviamente escluse le attività e gli esercizi commerciali che vendono beni di prima necessità e generi alimentari.

A vuoto il tentativo di Salvini di impedire il coprifuoco

A vuoto il tentativo del leader della Lega Matteo Salvini di rallentare o evitare del tutto il coprifuoco lombardo. L'ex ministro dell'Interno, poco convinto della soluzione richiesta all'unanimità da Regione, sindaci di capoluogo, Anci, opposizione e maggioranza, aveva chiesto un confronto al presidente lombardo Attilio Fontana per cercare di convincerlo a desistere. Purtroppo per il leader del Carroccio, però, il governatore lombardo ha tirato dritto per la sua strada firmando poco fa la nuova ordinanza, confermando l'indiscrezione riportata questa mattina da Fanpage.it.

Torna l'autocertificazione: chi può uscire e per quale motivo

Abbandonata al periodo del lockdown, in Lombardia torna l'autocertificazione, unico mezzo per giustificare i propri movimenti nelle ore notturne che vanno dalle 23 alle 5 di mattino. Tutti i cittadini, infatti, non potranno lasciare il proprio domicilio a meno di comprovate esigenze di necessità che possono riguardare motivi di lavoro e di salute ma non solo. Gli individui potranno quindi recarsi al pronto soccorso o in altri centri medici senza incorrere in sanzioni, così come potranno altresì tornare o andare a lavoro prima della fine oraria del coprifuoco segnando sul modulo cartaceo la propria destinazione e il motivo della lontananza dalla propria abitazione. Infine, tutti coloro i quali avranno comprovate necessità di essere fuori casa potranno giustificare l'uscita scrivendo i motivi e il percorso che seguiranno. Tutti, comunque, saranno soggetti ad eventuali controlli maggiormente approfonditi da parte delle forze dell'ordine. In ogni caso tutti potranno tornare presso la propria residenza.

Pregliasco l'aveva suggerito: Coprifuoco in grandi città o a Natale sarà lockdown

Già nei giorni scorsi il virologo Fabrizio Pregliasco aveva suggerito un coprifuoco in tutte le grandi città italiane per evitare di attuare un lockdown generale a Natale. Pregliasco, membro anche del Comitato tecnico scientifico della Lombardia, aveva dichiarato che "bisogna prendere in considerazione l'eventualità di un coprifuoco nelle ore serali e notturne in città come Milano, Roma e Napoli e in tutte quelle zone del Paese dove la situazione potrebbe precipitare velocemente".

Il testo dell'ordinanza relativa al coprifuoco in Lombardia firmata dal presidente Attilio Fontana

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