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Coppia morta davanti alla figlia in montagna, presidente del Cai: “L’imprevisto è dietro l’angolo”

Ieri sul monte Vareno marito e moglie hanno perso la vita precipitando in un dirupo davanti agli occhi della figlia di 5 anni. A causa del ghiaccio, sempre ieri, un ragazzo è precipitato durante un’escursione sulla Grignetta: fortunatamente è stato salvato dai soccorsi. Dopo un fine settimana da dimenticare il presidente del Cai della Lombardia Renato Aggio, spiega a Fanpage.it tutte le regole da seguire per una corretta escursione in montagna nei mesi invernali, ricordando però che “il rischio di incertezza è sempre molto alto: stiamo parlando di ambienti non facili e l’imprevisto è dietro l’angolo”.
A cura di Giorgia Venturini
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Valeria Coletta e Fabrizio Martino Marchi con la figlia
Valeria Coletta e Fabrizio Martino Marchi con la figlia

Quello appena passato è stato un fine settimana da dimenticare per le montagne della Lombardia. Ieri domenica 31 gennaio marito e moglie di Milano, Fabrizio Martino Marchi, 40 anni, e Valeria Coletta, 35, sono morti dopo essere caduti in un dirupo sul Monte Vareno, tra le province di Brescia e Bergamo: la donna è scivolata e il marito ha cercato inutilmente di afferrarla prima di precipitare entrambi per oltre duecento metri davanti alla loro figlia di 5 anni. Un ragazzo di 23 anni è invece precipitato nella zona della Scala del Caminetto Pagani, in Grignetta, nel Lecchese, a causa del ghiaccio: fortunatamente il soccorso alpino è riuscito a salvarlo. E ancora: quattro escursionisti sono stati recuperati nella notte dopo che avevano perso l'orientamento nella zona di Punta Almana, sopra Sale Marasino. Dopo un weekend così, e in vista di altri fine settimana in cui, complice la zona gialla, altre persone potrebbero decidere di recarsi a fare una gita in montagna, Fanpage.it ha intervistato il presidente del Club Alpino Italiano (Cai) della Lombardia Renato Aggio, che ha subito precisato:"Ci vuole sempre assoluta prudenza e conoscenza dell'ambiente".

Presidente, la montagna non perdona. Quale deve essere il giusto approccio?

Prima di tutto bisogna sottolineare che l'approccio alla montagna è sempre lo stesso da anni. Ovvero ci vuole assoluta prudenza e conoscenza dell'ambiente che stiamo per andare a visitare e a scalare. Bisogna sempre tenere a mente che il rischio di incertezza è sempre molto alto: stiamo parlando di ambienti non facili e l'imprevisto è dietro l'angolo. Basta mettere male il piede e rendersi una storta per cadere e farsi male. In montagna, dunque, bisogna andare in assoluta tranquillità.

Con l'inizio oggi della zona gialla, tante persone scelgono la montagna per fuggire dalla città. Anche chi è poco esperto. 

Purtroppo il liberi tutti fa emergere il desiderio di andare ovunque. In questo periodo però dobbiamo ricordare che la montagna d'inverno e in estate è ben diversa. In altre parole, la pericolosità di un sentiero cambia se si frequenta a gennaio o ad agosto. Nel primo caso sono spesso coperti di neve e spesso quindi non si vedono: occorre pertanto una maggior preparazione se si decide di andare ora in montagna. Non bisogna dimenticare anche che bisogna fare i conti con il rischio valanghe.

Come può monitorare questo pericolo l'escursionista?

Semplice, basta consultare prima di partire per la gita il bollettino valanghe pubblicato anche da Arpa Lombardia. Spesso non tutta l'intera montagna è a rischio: bisogna evitare alcune zone – come i canaloni più soggetti a questi fenomeni – e seguire tutte le leggi previste per una escursione in sicurezza. Prima tra tutte, tenere nello zaino sonda e pala e mai andare in montagna da soli. Soprattutto in questo inverno in cui si è verificato un innevamento eccezionale.

Secondo lei quindi cosa non può mancare nello zaino di un escursionista?

Prima di tutto bisogna avere sempre un abbigliamento adeguato, in base anche alla quota che si vuole raggiungere. Bisogna essere sempre pronti a qualsiasi cambiamento atmosferico. Poi non deve mancare un termos con qualcosa di caldo e nel cellulare cartografie per l'orientamento. Il telefono deve essere sempre carico. Infine, scarponi e ramponi corretti per il tipo di passeggiate che si sta per fare.

Il tutto nel rispetto della montagna.

Questa è una delle regole fondamentali. Sui monti non bisogna portare le brutte abitudini cittadine, come gettare i rifiuti per terra. C'è gente che sta riscoprendo la montagna durante questo periodo di lockdown, per questo durante i nostri corsi – ora online – non dimentichiamo mai di dire che la montagna va conosciuta e rispettata. E soprattutto evitare gli affollamenti: troppe persone creano problemi anche agli animali. Invece l'uomo deve cercare di tutelare il più possibile questi ambienti.

In vista del futuro?

Si, anche. Basti pensare che a causa del riscaldamento climatico l'uomo sarà sempre più tentato a rifugiarsi in alta quota. Se non tuteliamo oggi le montagna vuol dire che sarà a rischio anche il nostro futuro.

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