Continua a squillare il cellulare di Marco Bonanomi, brianzolo trovato morto in una buca in Brasile
Un nuovo elemento si aggiunge al giallo della morte di Marco Bonanomi, 34enne di Montevecchia, in provincia di Lecco, trovato senza vita vicino a una spiaggia nel sud del Brasile, Paese dove si era trasferito poco prima di Natale per stare vicino alla sua fidanzata. Secondo quanto riporta il quotidiano "il Giorno", infatti, il cellulare del 34enne continuerebbe a squillare. Lo avrebbero accertato i genitori di Marco e il sindaco di Montevecchia, Ivan Pandeggia, che lo scorso venerdì 25 febbraio hanno provato a comporre il numero di telefono di Marco. Il cellulare risultava acceso, un circostanza strana se si pensa che il cadavere del 34enne era stato trovato 20 giorni prima, ai primi di febbraio, già in avanzato stato di decomposizione.
Secondo i genitori, Marco era ancora vivo il 30 gennaio
Probabilmente qualcuno ha continuato e continua a utilizzare il cellulare del giovane: potrebbe anche essere una persona estranea alla vicenda, alla quale lo smartphone è pervenuto per vie traverse, oppure qualcuno direttamente coinvolto nella morte del 34enne. Marco Bonanomi, secondo quanto hanno assicurato i genitori, era ancora vivo il 30 gennaio, ultimo giorno in cui la mamma e il papà del 34enne hanno sentito il figlio. C'è poi un buco temporale di circa sei giorni, prima del ritrovamento del cadavere di Marco avvenuto sabato 5 febbraio. Il corpo era in una buca vicino alla spiaggia di Praia Balneário Grajaú che si trova a Pontal do Paraná, località balneare nel sud del Brasile. Il cadavere di Bonanomi era già in avanzato stato di decomposizione, tanto che la salma sarebbe stata riconosciuta dalla fidanzata solo grazie a un tatuaggio. Le condizioni della salma hanno anche reso difficile accertare la presenza di eventuali segni di violenza sul corpo e fare qualche ipotesi sulle cause della morte, per conoscere le quali bisognerà attendere gli esiti dell'autopsia. Di certo si sa che addosso al 34enne non sono stati trovati né i suoi documenti né il cellulare, che è ora nelle mani di un misterioso possessore.