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Contatta una ragazza sui social e viene aggredito dal gruppo dell’ex fidanzato: 14enne picchiato alla fermata del bus

Un 14enne è stato aggredito lo scorso 4 aprile da un gruppo di 4 giovani più grandi di lui a una fermata dell’autobus a Verolanuova (Brescia). La colpa del ragazzino sarebbe stata quella di aver contattato l’ex fidanzata di uno di loro.
A cura di Enrico Spaccini
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Foto di repertorio
Foto di repertorio

Un 14enne di Quinzano d’Oglio (in provincia di Brescia) sarebbe stato picchiato lo scorso venerdì 4 aprile da quattro ragazzi di due anni più grandi di lui a una fermata dell'autobus a Verolanuova. Stando a quanto emerso finora, si sarebbe trattato di una vendetta di gruppo in quanto il ragazzino era accusato dai suoi aggressori di aver contattato sui social l'ex fidanzata di uno di loro. I carabinieri stanno indagando per ricostruire la dinamica di quanto accaduto.

Il 14enne accerchiato da 4 ragazzi mentre tornava a casa

L'aggressione sarebbe avvenute intorno alle 14:30 del 4 aprile. Il 14enne, che frequenta un istituto superiore di Manerbio, stava tornando a casa in autobus insieme a un amico. Arrivato a Verolanuova, sarebbe dovuto scendere per prendere l'altro pullman che lo avrebbe, infine, portato a Quinzano.

Proprio durante quei minuti d'attesa, il 14enne sarebbe stato accerchiato da quattro ragazzi un paio d'anni più grandi di lui che avrebbero iniziato a insultarlo e minacciarlo. La sua colpa sarebbe stata quella di aver iniziato a parlare tramite i social con l'ex fidanzata di uno di loro.

L'aggressione alla fermata del bus

I quattro si sarebbero scagliati contro di lui colpendolo con calci e pugni. Il 14enne, una volta a terra, avrebbe cercato di proteggersi come meglio poteva. Secondi i carabinieri della Compagnia di Verolanuova che stanno eseguendo gli accertamenti, il ragazzino avrebbe provato a reagire colpendo i suoi aggressori.

Una volta tornato a casa, il 14enne è stato accompagnato al prono soccorso dell'ospedale di Manerbio da sua madre. Una volta medicato, è stato dimesso con una prognosi di 5 giorni. La donna avrebbe poi raccontato quanto accaduto ai militari, facendo partire le indagini.

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