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Covid 19

Contagiato prima del paziente uno, corista della Scala ottiene l’infortunio sul lavoro due anni dopo

Due anni dopo aver contratto il Covid, prima del paziente uno di Codogno, a un corista della Scala è stato riconosciuto l’infortunio sul lavoro.
A cura di Filippo M. Capra
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Ad un corista della Scala di Milano è stato riconosciuto l'infortunio sul lavoro per aver contratto il Covid prima della scoperta del paziente 1 di Codogno. Già tre giorni prima della diffusione della notizia dal Lodigiano, l'uomo, Alberto Rota di 54 anni, aveva manifestato sintomi tipici del contagio da Covid-19. Ora, a distanza di due anni, il basso ha ricevuto anche un'integrazione delle buste paga arretrate.

Come scrive il Corriere della Sera nell'edizione di Milano, il 54enne aveva avvertito una forte sensazione di bruciore alla gola mentre cantava durante la rappresentazione de "Il Trovatore" di Giuseppe Verdi. A seguito della notizia della positività al Covid di Mattia Maestri, Rota si era sottoposto a sua volta a tampone e in data 26 febbraio 2020 è stato verificato il contagio del virus. Subito dopo, il 54enne ha dovuto combattere contro la polmonite bilaterale sviluppata con la malattia, dovendosi dunque assentare dal lavoro per un lungo periodo.

Inizialmente, l'assenza è stata giustificata con un certificato medico per "sindrome da raffreddamento", ma dal marzo del 2020 il Teatro la Scala ha fatto riscorso alla cassa integrazione del mondo dello spettacolo, il Fis, con tanto di decurtazione del 20 per cento dello stipendio. Per questo motivo, Rota decise di rivolgersi al patronato Inca Cgil per protestare e farsi riconoscere l'infortunio sul lavoro che, ovviamente, comporta il pagamento dell'intera busta paga senza decurtazioni. Probabilmente, il corista è stato contagiato sui mezzi pubblici mentre andava alla Scala nel periodo in cui il virus già circolava liberamente ma non era ancora stato individuato.

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