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Contagi, no-vax e l’ombra della Dad: il difficile ritorno a scuola all’istituto Virgilio di Milano

Rientro in classe a ranghi ridotti all’istituto Virgilio di Milano, uno dei più grandi di Milano. Il preside Roberto Garroni racconta a Fanpage.it tutte le difficoltà della prima settimana.
A cura di Francesco Loiacono
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L'istituto scolastico Virgilio a Milano (Foto: Giancristofaro/Fanpage.it)
L'istituto scolastico Virgilio a Milano (Foto: Giancristofaro/Fanpage.it)

È stato un ritorno a scuola "a ranghi ridotti" all'istituto Virgilio di Milano, una delle scuole più grandi della città che raggruppa un liceo classico, scientifico, linguistico e delle scienze umane. Il rientro in classe in piena emergenza Omicron è stato segnato da defezioni di docenti, personale amministrativo e studenti tra contagi, quarantene e anche scelte personali: "Abbiamo alcuni docenti e un paio di collaboratori scolastici che non si sono vaccinati", racconta a Fanpage.it Roberto Garroni, dirigente scolastico del Virgilio. Il preside non è stato tra i duemila dirigenti scolastici che hanno chiesto il ritorno in Dad (la didattica a distanza), anche se ha ammesso: "Più passano i giorni e più tendo a pensare che forse sarebbe il male minore".

Il preside: Vanno risolti i problemi fondamentali

Per il preside si potrebbe chiudere, per breve tempo, solo a patto di risolvere alcuni problemi che non sono stati affrontati con sufficiente incisività dal governo: il primo è lo screening di massa degli studenti, per il quale va definito un protocollo certo. Il secondo attiene ai problemi di privacy che sorgono se un preside vuole conoscere lo stato vaccinale degli studenti. Quindi c'è un tema legato alla sospensione del personale no-vax: è possibile, dal momento che per docenti e collaboratori scolastici c'è l'obbligo vaccinale, ma nel momento in cui chi è no-vax si vaccina ha diritto all'immediato reintegro e questo causa non pochi problemi organizzativi con i supplenti.

Per il preside quindi la didattica a distanza potrebbe essere una soluzione momentanea: "Il mio appello potrebbe essere cerchiamo di stare aperti il più possibile e se dobbiamo chiudere chiudiamo il più breve tempo possibile". Ma non tutti i suoi studenti sono però d'accordo con l'ipotesi di tornare, anche se per poco tempo, a fare lezione a distanza: "Chiudere la scuola e andare in Dad è un modo per metter i problemi sotto il tappeto e non affrontare i problemi strutturali della scuola", dice una dei 1820 studenti dell'istituto.

(Interviste a cura di Simone Giancristofaro)

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