Condizioni disumane al Centro di permanenza per il rimpatrio di Milano: l’ex gestore chiede di patteggiare
Nella giornata di lunedì 14 ottobre si svolgerà un'udienza davanti al giudice Mattia Fiorentini che deciderà sulla richiesta di patteggiamento di Alessandro Forlenza, l'ex gestore del Centro di permanenza per il rimpatrio di via Corelli a Milano, che è difeso dall'avvocato Antonio Ingroia. Sia Forlenza che Consiglia Caruso, in quanto amministratrice della società, sono indagati per frode nelle pubbliche forniture e turbativa.
La richiesta di Forlenza è di patteggiare un anno e otto mesi nell'ambito dell'inchiesta, condotta dai pubblici ministeri Giovanna Cavalleri e Paolo Storari, relativa proprio alle condizioni "disumane" nei confronti delle persone trattenute all'interno del Cpr del capoluogo meneghino.
Le indagini hanno mostrato come all'interno venisse dato cibo con vermi, ci fosse un abuso di psicofarmaci e carenza di mediatori culturali. Non solo: per gli investigatori avrebbero simulato la presenza nella struttura di alcuni servizi pattuiti nel contratto con la Prefettura e mai presentati o garantiti in maniera sufficiente.
E proprio all'ex gestore è contestato di aver presentato una documentazione contraffatta. Anche per la società che si occupava della struttura, "La Martinina srl", i difensori hanno chiesto di patteggiare pagando 15mila euro e un'interdizione dalle attività per venti mesi.
Nel frattempo l’associazione Naga ha depositato un esposto in procura affinché vengano effettuate le opportune indagini "per accertare le responsabilità, sia in relazione agli episodi relativi alla violenza esercitata all’interno del Centro di via Corelli" da parte di alcuni "appartenenti alle Forze di Pubblica Sicurezza" e sia al malfunzionamento del Cpr "sotto l’aspetto amministrativo ed igienico sanitario".