Condannato per violenza e maltrattamenti, in aula minaccia l’ex moglie: “Esco da qui e ti ammazzo”
Mentre la giudice leggeva il dispositivo con la condanna a otto anni di carcere per maltrattamenti, il 41enne urlava: "Ti ho trattata come una principessa, ma quando esco ti ammazzo". Poi, questa volta rivolgendosi non solo alla ex moglie ma a tutti i presenti: "Siano maledetti da Dio tutti quelli che hanno raccontato il falso". Infine, ha mimato con le mani una pistola mentre la polizia penitenziaria lo portava via.
L'avvocato della parte civile è uscito da quell'aula soddisfatto, perché la pena inflitta è quella che aveva richiesto il pubblico ministero: otto anni di carcere per violenza sessuale, maltrattamenti e minacce. Il legale del 41enne, invece, ha già detto che farà affidamento al processo d'appello.
Il primo arresto e il figlio usato come palo
Il protagonista di questa storia è un cassanese pluripregiudicato per reati contro il patrimonio. Nel 2010 venne arrestato per una serie di rapine, per le quali ha trascorso dieci anni di carcere. Uscito da lì, avrebbe passato un anno a commettere gli stessi colpi, portandosi dietro a volte anche il figlio più grande.
Lo stesso 12enne, ora affidato a una comunità, ha raccontato di quelle volte in cui andava con il papà al parco a comprare la droga o quando lo lasciava "parcheggiato" per svagarsi con una prostituta. O di quando lo lasciava solo in macchina mentre andava a commettere un furto, come fosse un palo.
Il secondo arresto e la denuncia dell'ex moglie
Il 41enne cassanese è stato arrestato per la seconda volta nel novembre del 2021, per due rapine che avrebbe commesso a maggio e giugno a Cardano al Campo e a Cassano Magnago.
I carabinieri stavano indagando di nuovo su di lui, quando la ex moglie ha deciso di aiutarli: ha consegnato i vestiti e le scarpe che il 41enne indossava il giorno di una rapina e raccontando come quella sera era tornato a casa trionfante dicendo di aver riportato 2.800 euro guadagnati "onestamente".
Oltre alle rapina, la donna ha raccontato delle vessazione e delle umiliazioni che ha dovuto subire: botte, insulti, rapporti sessuali non graditi, isolamento dagli affetti e dalle amicizie, abuso di alcol e stupefacenti. Oltre a questo, ha parlato delle lettere che il 41enne le spediva da dentro la cella con cui la intimava a tacere su tutto ciò che sapeva di lui.