Condannato per uno stupro di 18 anni fa, i giudici annullano il processo per “omessa notifica”
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Un 43enne è stato arrestato nel 2022 perché cinque anni prima era stato condannato in via definitiva a 6 anni di reclusione per violenza sessuale di gruppo. Quando aveva 25 anni, nell'ottobre del 2007, sul treno Intercity che collega Genova a Milano insieme a due amici avrebbe chiuso una ragazza dentro uno scompartimento e, mentre lei piangeva, l'avrebbe toccata e baciata impedendole di scappare. Pochi giorni fa, però, la Corte d'Appello di Milano ha accolto il ricorso dei legali del 43enne dichiarando la "nullità assoluta" del procedimento nei suoi confronti poiché "non ha mai saputo di essere imputato". Se si rifarà il processo, ripartirà da zero.
La presunta violenza sessuale e la condanna a 6 anni
Come riportato da La Stampa, il 7 ottobre del 2007 una ragazza sarebbe stata vittima di abusi sessuali a bordo di un Intercity Genova-Milano. La Polfer di Voghera (Pavia) che si era occupata delle indagini aveva ricostruito come la giovane fosse stata chiusa in uno scompartimento da tre sconosciuti. Questi l'avrebbero poi toccata e baciata impedendole di scappare. Il processo a carico dei tre si è aperto cinque anni più tardi, con nessuno degli imputati presenti in aula.
Il Tribunale di Pavia prima e la Corte d'Appello di Milano poi, avevano condannato l'allora 25enne, originario della Repubblica Ceca, a 6 anni di reclusione per violenze sessuale di gruppo. Tra gli imputati, era quello con la posizione più grave in quanto in passato si era già reso protagonista di altri reati dello stesso tipo.
Il processo viene annullato
Il 43enne è stato rintracciato e arrestato nel 2022, cinque anni dopo che la sentenza di condanna per violenza sessuale di gruppo era diventata definitiva. Tuttavia, lui stesso aveva detto di non saperne niente e quattro mesi più tardi, su richiesta della difesa, viene scarcerato per omessa notifica degli atti. Infatti, il 43enne non sarebbe mai venuto a conoscenza della chiusura delle indagini a suo carico e nemmeno di essere stato processato. In aula era stato dichiarato "libero e contumace", ma in realtà era in carcere a Cagliari a scontare un'altra pena.
Su ricorso degli avvocati difensori Alberto Pantosti Bruni e Simone Malfatto, alcuni giorni fa la Corte d'Appello di Milano ha dichiarato la "nullità assoluta" del procedimento a carico del 43enne. Secondo i giudici, infatti, "l'omessa notifica" degli atti all’imputato ha determinato "la lesione del diritto a essere informato dei motivi dell’accusa e del diritto di difesa". L'eventuale verifica del fatto che l'imputato fosse stato informato o meno, è diventata impossibile il 4 ottobre del 2022. Il Tribunale di Pavia, infatti, ha fatto sapere che il fascicolo a carico del 43enne non può essere ritrvovato, "in quanto andato al macero in seguito a fuoriuscita di liquami nell’archivio".