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Bimbo di due anni ucciso di botte dal padre

Condannato per aver ucciso il figlio di 2 anni, i giudici: “Ha ignorato i dolori insopportabili del bimbo”

Sono arrivate le motivazioni della sentenza che ha annullato la pena all’ergastolo inflitta in primo grado ad Alija Hrustic, l’uomo accusato di aver ucciso il figlio Mehmed a Milano.
A cura di Ilaria Quattrone
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Sono arrivate le motivazioni della sentenza emessa dalla Corte d'Assise d'Appello che ha annullato la pena all'ergastolo che era stata inflitta, in primo grado, ad Alija Hrustic, l'uomo di 26 anni che è stato accusato di aver ucciso il figlio Mehmed di 2 anni e 5 mesi nel 2019. Secondo i giudici "il calcio, la spinta o qualsivoglia gesto violento" possa aver fatto cadere il piccolo "è stato l'ultimo oltraggio infertogli non diverso dalle numerose percosse che avevano lasciato le ferite sul suo cadavere".

Condannato a 28 anni di carcere

La Corte lo ha condannato a 28 anni di carcere e ha riqualificato il reato di omicidio volontario in maltrattamenti pluriaggravati culminati poi nella morte del bimbo. Nelle motivazioni si legge infatti che le lesioni si inseriscono "in una unitaria condotta di maltrattamenti". Stando a quanto riportato dal quotidiano "Il Corriere della Sera", per i giudici le ustioni ai piedi del bambino sono ricondotte a "un incidente domestico". Incidente che sarebbe avvenuto a causa delle piastre elettriche che sono state lasciate incustodite sul pavimento.

In primo grado, il pubblico ministero Giovanna Cavalleri, aveva ottenuto la condanna per tortura. Reato che poi però non è stato riconosciuto in Appello. Nella sentenza del processo di secondo grado è stata comunque riconosciuta l'aggravante della crudeltà. Nelle motivazioni è stato poi anche definita "insensibile scelleratezza" l'essersi limitato ad effettuare "una rozza bendatura" invece di essere andato in pronto soccorso dove il piccolo avrebbe ricevuto delle cure adeguate. A questo si aggiunge "l'aver ignorato il dolore insopportabile che provocano ustioni così profonde". Un'azione che i giudici hanno definito "espressione di spietatezza".

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