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Condannato lo stalker del consigliere Pd Michele Albiani: “È la fine di un incubo”

Lo stalker del consigliere del Partito Democratico di Milano Michele Albiani è stato condannato a un anno e quattro mesi: “È la fine di un incubo durato anni”.
A cura di Giorgia Venturini
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Dalla pagina Facebook di Michele Albiani
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È stato condannato a un anno e quattro mesi lo stalker del consigliere del Partito Democratico di Milano Michele Albiani. Il politico aveva reso noto sui social nel 2021 di essere vittima di stalking: lo aveva denunciato e ora è arrivata la sentenza. "È la fine di un incubo durato anni", ha precisato Albiani.

Il momento di incubo è iniziato prima con alcuni messaggi, diventati sempre più insistenti, sui social, prima con messaggi su Instagram, poi Messenger, Twitter, poi Whatsapp, IMessage e infine è approdata su Grindr, ovvero la piattaforma utilizzata in larga parte della comunità Lgbtqia+ per fare incontri. Allora al Corriere della Sera aveva precisato che, nonostante fosse in campagna elettorale, evitava di partecipare a eventi pubblici per evitare di incontrarlo "come è successo più di una volta, anche mentre facevo volantinaggio in Porta Venezia. Per fortuna in quell'occasione non ero solo".

Ora, con la sentenza di condanna, in una nota il consigliere ha ringraziato i vertici locali del suo partito come Silvia Roggiani, segretaria regionale del Partito democratico della Lombardia e anche il suo avvocato Glauco Gasperini "senza il quale non so se avrei avuto la forza di andare avanti". Poi Albiani ha aggiunto: "Ma il grazie più grande va alla mia famiglia, per il cui amore e supporto non basterebbero mai le parole. Spero che conoscere quanto mi è capitato possa essere di aiuto a chi vive situazioni simili. A loro voglio dire: a qualunque genere o orientamento apparteniate, si può purtroppo essere vittima di stalking, come dimostra la mia vicenda. Ma non siete sole: denunciate sempre, non abbiate paura di farlo, resistete, perché insieme siamo più forti". L'imputato con il suo avvocato è pronto a fare ricorso perché pensano che "gli elementi del reato siano assenti".

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