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Condannata la chirurga dei vip: convinse una modella a pagare 4 milioni per 22 interventi non necessari

La Corte d’Appello di Milano ha condannato a due anni e mezzo di carcere la chirurga estetica Marilena Pizzuto per truffa e al risarcimento di circa tre milioni di euro alla modella e imprenditrice ucraina Oksana Moroz.
A cura di Ilaria Quattrone
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Fonte: Sito Marilena Pizzuto
Fonte: Sito Marilena Pizzuto

Nella giornata di oggi, venerdì 27 settembre, la Corte d'Appello di Milano ha condannato a due anni e mezzo di carcere una chirurga estetica Marilena Pizzuto e al risarcimento di circa tre milioni di euro alla modella e imprenditrice ucraina Oksana Moroz. La sentenza è stata confermata nella giornata di ieri, giovedì 26 settembre, dalla Corte d'Appello di Milano. È stato condannato anche il marito della chirurga Santo Gentilcore. Entrambi erano accusati di truffa.

Per gli inquirenti la donna avrebbe ingannato la modella diagnosticandole, tra il 2016 e il 2018, una sclerodermia. Si tratta di una grave malattia della pelle, di cui in realtà la modella non ha mai sofferto. L'ha quindi spinta a curarsi con una terapia innovativa e precisamente a sottoporsi a 22 interventi – per un costo di quasi quattro milioni – per sostituirle i muscoli danneggiati con tessuti riprodotti in laboratorio con il suo stesso Dna. In realtà avrebbe utilizzato un mix di vitamine, minerali e collagene che si possono acquistare in farmacia.

Nei confronti dei due medici, che tra i clienti avrebbero avuto anche la cantante Madonna, sono scattate le indagini e poi il processo per truffa. In primo grado sono stati condannati e la sentenza è stata confermata anche in secondo grado. Al momento della lettura del dispositivo era presente anche il console generale dell'Ucraina Andrii Kartysh. L'avvocato della vittima Piero Porciani ha poi detto: "Abbiamo già disposto il pignoramento su molti beni dei due medici. Con la mia assistita abbiamo deciso che la cifra del risarcimento verrà devoluta in favore dei bimbi ucraini orfani di guerra".

Non è escluso che i due imputati non presentino il ricorso in Corte di Cassazione.

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