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“Con il nome straniero è impossibile affittare casa”: la denuncia dei giovani di seconda generazione

La protesta arriva da Brescia, da parte di alcuni 30enni. “Per visitare gli appartamenti devo usare un nome falso, italiano. Se mi presento con il mio nome, mi rispondono che la casa non è più disponibile”. “Possibile sentirmi straniera nel mio Paese perché non ho il cognome abbastanza italiano?”.
A cura di Francesca Del Boca
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L'annuncio di una casa in affitto e il numero di telefono del proprietario da chiamare. Durante la telefonata sembra che la trattativa vada per il meglio, fino al momento in cui l'aspirante affittuario pronuncia le proprie generalità.

Da quel preciso istante, i toni cambiano. Il proprietario di casa inizia ad accampare delle scuse, e balbettare che l'appartamento in questione purtroppo non è più disponibile. Cos'è andato storto?

"Colpa del cognome straniero. I proprietari vogliono solo italiani". Non hanno dubbi i giovani, tutti intorno ai 30 anni, che si sono uniti per denunciare il fatto a Il Giornale di Brescia. Sono ragazzi residenti tra Brescia e provincia, che in comune hanno anche le origini africane. 

"L'appartamento non è più disponibile"

"Dopo una prima truffa sono riuscita a trovare una stanza con due studentesse, ma ora vorrei vivere da sola. Peccato che sia impossibile" racconta al quotidiano locale Karima Naoui, ex atleta e oggi dipendente a tempo indeterminato per la Federazione italiana di atletica leggera. "Ho fatto centinaia di chiamate per un monolocale, ma non appena dico il mio nome sento accampare scuse assurde come "l’appartamento non è più disponibile", anche se l’annuncio è ancora online".

Peccato che però, nel medesimo istante, alla collega con il nome italiano venga addirittura proposta una visita. "Ero anche disposta a pagare l’affitto di un anno intero in anticipo, ma niente. Possibile sentirmi straniera nel mio Paese perché non ho nome e cognome abbastanza italiani?".

Il nome falso per visitare la casa

"Finché mi presentavo con il mio nome, mi rispondevano che il posto era già stato preso da qualcun altro. Era palese che fosse una bugia, così un giorno ho provato a usare un nome italiano, visto che ho l’accento bresciano, e guarda un po’? Mi hanno subito invitato a visitare la casa", riporta invece Mahel Diouf, nato in Senegal ma residente a Brescia da quando ha sei anni.

Colpa, a suo avviso, di una mentalità ancora retrograda. "È gente che non ha ancora interiorizzato il concetto delle seconde generazioni, e considera ancora chi ha la pelle di un altro colore uno straniero".

Ricerche che durano mesi e mesi

"Ho un contratto indeterminato, posso pagare la caparra, ma non basta mai perché ho un nome straniero", si lamenta Slim Gong, originario della Mauritania ma a Brescia da 15 anni. Da mesi e mesi gira come una trottola, rimbalzato da agenzie immobiliari e proprietari di case, senza successo. Ma resta positivo. "Prima o poi una casa la trovo". Senza doversi più sentire inferiore per il colore della pelle, o per un cognome diverso.

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