Comune di Milano e Regione Lombardia litigano e Lorenzo resta senza assegno di disabilità
Elena e Silvano sono i genitori di Lorenzo, un ragazzo di 18 anni con un autismo di livello tre, la gravità massima. Lorenzo avrebbe dovuto partecipare a un progetto educativo e, per questo motivo, i genitori hanno richiesto al Comune di Milano di poter accedere alla misura B2: si tratta di un sostegno economico riservato alle persone con disabilità grave per far fronte ai costi delle spese mediche, delle terapie ma anche per l'iscrizione e la partecipazione a progetti educativi e formativi.
Purtroppo però la loro domanda, nonostante sia stata ritenuta idonea, non è al momento finanziabile. Il loro non è l'unico caso. E per questo motivo, Fanpage.it ha contattato Comune e Regione per capire quali saranno i passi futuri.
Da Regione Lombardia affermano che quest'anno hanno aumentato le risorse messe a disposizione e che la Giunta ha stanziato oltre 55 milioni di euro per le politiche sociali. Dal Comune precisano che le domande sono in costante aumento e per questo non tutte finanziabili e che quindi sono intenzionati a recuperare fondi con il prossimo assestamento di bilancio.
Nonostante queste rassicurazioni, la domanda della famiglia di Lorenzo è ancora in stand-by. Per i genitori il problema non sono tanto i fondi, ma il sistema scelto per la formulazione, l'approvazione e l'erogazione delle domande per il sostegno alla disabilità. Dello stesso parere è l'associazione "Nessuno Escluso" da sempre in prima linea per difendere i diritti delle persone con disabilità.
La domanda di Lorenzo rigettata per un errore burocratico
La domanda di Lorenzo non è stata ritenuta finanziabile soprattutto per un problema burocratico dato dalla complessità del sistema: "Ci siamo recati allo sportello WeMi a Milano, un servizio dedicato all’assistenza nella compilazione della domanda. Dopo un mese e mezzo è stata pubblicata la graduatoria e abbiamo scoperto che eravamo molto indietro: su 750 domande, eravamo alla posizione 570", spiegano i genitori.
"Abbiamo scoperto che l’impiegata di WeMi aveva spuntato una casella che non avrebbe dovuto flaggare e per questo motivo siamo retrocessi. C’è un problema a livello burocratico: è sbagliato il sistema della B2. Dovrebbe essere molto più accessibile e non bisognerebbe accedere tramite bando".
Le modalità di richiesta per la misura B1 (il sostegno in caso di disabilità gravissime), per esempio, è molto diversa: "Si accede tramite domanda presentata ad Ats. Loro verificano la disabilità dell’utente e i soldi arrivano praticamente subito, nel giro di un mese o due. Nel caso della B2 è già assurdo questo metodo di classificazione: andrebbe cambiato tutto il sistema".
"La dipendente di WeMi ha sbagliato perché il sistema è troppo complesso. Siamo certi – spiegano i genitori di Lorenzo – che come sia successo a noi, sia capitato anche ad altre famiglie".
Cambiare il sistema renderebbe le cose più semplici: “Con il sistema messo in piedi per la misura B1, è praticamente certo che i soldi arriveranno a chi li richiede. Per la B2 invece è sempre una guerra. Ci sono sempre problemi e difficoltà. E anche psicologicamente è dura perché sei sempre costretto a centellinare fondi”.
“La responsabilità è condivisa tra Regione, che stanzia i fondi, e Comune che li gestisce e che, se ritiene che siano troppo pochi perché i numeri sono crescenti, dovrebbe richiederne di più. Alcune patologie sono in aumento e tutte le Istituzioni devono trovarsi pronte. Altrimenti è inutile pubblicare bandi. Quest'anno su circa 700 domande ne sono state finanziate circa 200. Hanno rifiutato tante domande e questa cosa nel 2023 non è più possibile. I nostri figli devono poter fare una vita dignitosa".
La risposta del Comune di Milano
E a tal proposito il Comune di Milano ha fatto sapere che "Le graduatorie per la misura B2 sono provvisorie e l’Amministrazione conta, come è successo anche l’anno scorso, di recuperare nuovi fondi con i prossimi assestamenti di bilancio, in modo da riuscire a finanziare più domande".
Da Palazzo Marino confermano che "È bene precisare che le domande idonee sono notevolmente aumentate nel giro di appena due anni: se nel 2021 erano state 1388, nel 2023 sono state 2423. Emerge un chiaro aumento del disagio a cui è stato difficile far fronte con le risorse disponibili, ma l’impegno è certamente di trovarne di ulteriori”.
I fondi destinati da Regione Lombardia
L'assessora alla Disabilità Elena Lucchini ha spiegato a Fanpage.it che "Regione Lombardia è consapevole dei bisogni sociali crescenti e che le risorse dedicate alla Misura B2 non sono sufficienti a soddisfare l’intera platea dei bisogni".
"È proprio per questo che a differenza delle precedenti annualità, per il corrente esercizio abbiamo voluto riservare alla Misura B2 una quota di risorse maggiore (31 per cento del Fondo Nazionale per le Autosufficienze (FNA) pari ad 38.882.370,00 euro a fronte dei 31.326.597,00 ero assegnati lo scorso anno) che ha significato un aumento dello stanziamento a tutti gli Ambiti Territoriali".
Regione Lombardia ha fatto sapere che durante l'ultima giunta sono stati destinati 55,5 milioni alle politiche sociali ripartite tra aree di interesse (tra queste anche la disabilità) e ovviamente Ats e piani di zona. Nello specifico poi le risorse del fondo nazionale per le autosufficienze, assegnate alla città metropolitana di Milano, si attestano intorno al 14 per cento delle risorse che Regione destina alla disabilità grave. Quest'anno alla città è stata destinata una quota maggiore rispetto l'anno precedente (circa 950.312,00 euro)
"Gli uffici regionali monitorano costantemente l’attuazione della programmazione a livello territoriale in termini di offerta di supporti integrativi, di risorse utilizzate e di risposta effettiva ai bisogni. Dopo la pausa estiva gli uffici inizieranno a lavorare sulla nuova programmazione regionale FNA 2023 esercizio 2024 per l’attuazione del Piano Nazionale della Non Autosufficienza 2022/2024 che prevede una “evoluzione” del sistema dei servizi e sostegni a favore delle persone non autosufficienti e con disabilità".
Per l'associazione Nessuno Escluso non è un problema di fondi
Per l'associazione Nessuno è Escluso non è un problema di soldi, ma di gestione e monitoraggio: "Questi soldi non si sa mai dove vanno a finire. Ogni Ats, ogni Comune, ogni Piano di zona elabora i propri criteri per accedere alla misura B2: i bandi cambiano, per esempio, da Comune a Comune. Spesso vengono intercettati da gestori privati ed enti che però in molti casi non hanno le competenze professionali e di conseguenza li spendono male. In questo modo i bisogni non vengono mai soddisfatti", specifica Fortunato Nicoletti.
"Ogni anno il Comune dice di non avere abbastanza soldi e Regione sostiene però di averli dati. Nel frattempo però la domanda nel frattempo esplode e i bisogni non vengono soddisfatti. Mi sembra che non ci sia capacità e volontà di gestirli. Non c'è mai un piano preciso in cui viene indicato come spendere questi soldi. Ognuno li spende come vuole e in base alle esigenze e così è una giungla dove se sei fortunato vivi bene altrimenti no".