Comunali Milano, alleanza tra Sala e Cinque stelle: “Per ora nessun accordo, ma equilibri cambiano”
Cominciano a delinearsi i nomi per le prossime elezioni comunali a Milano e si rincorrono le voci sull’alleanza possibile tra M5S e il sindaco uscente (e ricandidato) Beppe Sala. Ne parla a Fanpage.it il capogruppo dei Cinque stelle in Consiglio regionale, Massimo De Rosa.
In un’intervista al Tg3, il vice ministro allo Sviluppo economico Stefano Buffagni ha aperto alla possibilità che il M5S appoggi Sala, dicendo: "Se c’è la volontà di condividere alcuni punti fermi come l'assistenza sociale agli ultimi, le case popolari, la riqualificazione delle periferie e l'ambiente, il verde e i parchi che sono sempre e solo annunciati e non organizzati, si può ragionare su qualsiasi cosa". È un percorso possibile?
Il Movimento cinque stelle nasce per mettere al centro dell'agenda temi prioritari per i cittadini. Non saremo mai contrari a politiche che vadano verso la tutela dell’ambiente, della salute e la riqualificazione delle periferie. A oggi non credo si ponga il problema di un dialogo politico con Sala, non ci siamo mai sottratti al confronto sui temi politici. Buffagni giustamente non ha escluso nulla a priori perché in politica gli equilibri cambiano di continuo.
Il sindaco ricandidato alle prossime Comunali ha annunciato l'alleanza per l'ambiente con i Verdi. Può essere il segnale di un aggiustamento di rotta sull’ambiente che in questi anni è stato uno dei nodi principali con voi?
Per il momento è un cambio di rotta sulla carta. Probabilmente la Giunta comunale ha realizzato come gli ultimi cinque anni, fra cemento, centri commerciali e deroghe ai PGT, abbiano rappresentato un duro colpo per la tutela dell’ambiente a Milano. Sarei curioso, per esempio, di sapere come i Verdi si pongono con l’amministrazione Sala per quanto riguarda le scelte fatte sul parco Bassini e di Piazza d’Armi. Il nostro modo di intendere la salvaguardia dell’ambiente è più di sostanza.
Quanto può influire l’alleanza a livello nazionale su Milano che da sempre è un laboratorio politico nazionale?
L’esperienza di governo ha sicuramente modificato gli scenari rispetto a cinque anni fa. Prevedere che questo possa sfociare in un progetto politico al momento è azzardato. Anche perché oggi non esiste alcuna alleanza su Milano e in ogni caso la scelta spetta al territorio.
Quali sono i punti essenziali per un candidato 5S?
Ritengo importante la capacità di fare squadra e l’assoluta dedizione al lavoro. Perché si tratta di condizioni indispensabili al fine di ottenere quel cambiamento del quale il nostro Movimento è espressione. Inoltre l’attuale scenario mondiale impone di non perdere più tempo. Ovviamente integrità e rispetto dei nostri principi, a cominciare da quelli legati alla tutela dell’ambiente e della salute, sono da considerarsi requisiti di base. A Milano in particolare servono profili che conoscano e possano rappresentare una realtà molto complessa come quella del capoluogo lombardo.
Quali sono gli obiettivi imprescindibili per il prossimo governo di Milano?
Il tema dei prossimi cinque anni sarà il modo in cui le scelte urbanistiche sapranno modellare la Milano del futuro, anche in relazione ai cambi di scenario imposti dalla pandemia. Proporre un modello che cura il centro della città, svuotandolo, e dimentica le periferie sarebbe un errore enorme. Occorre puntare alla riqualificazione e alla rigenerazione urbana preservando le aree verdi, bisogna espandere i servizi e i collegamenti dei mezzi pubblici per collegare non solo le periferie con il centro, ma anche fra di loro. Le esigenze dei milanesi, in tema di mobilità sono mutate negli anni, bisogna intercettarle. Bisogna poi mettere al centro dell’attenzione le 25000 famiglie in lista d’attesa per una casa.
Può Milano essere il crocevia di un avvicendamento anche in Regione?
Il centrodestra in Regione Lombardia ha ridefinito il concetto di inadeguatezza politica e incapacità nell’amministrare. Non sono stati in grado di garantire il vaccino antinfluenzale ai cittadini. Per non parlare degli scandali che, un giorno sì e l’altro pure, vedono coinvolti il governatore Fontana. Non posso prevedere il futuro, ma il giudizio su presente e passato è impietoso.
Vista anche l’esperienza nazionale: non è più utile un M5S che incida attivamente sul governo della città (e in futuro della Regione) piuttosto che ritagliarsi solo il ruolo di pungolo?
Sono sempre stato dell’idea che i cittadini abbiano mandato il M5S all’interno delle Istituzioni per toccare con mano un cambiamento. Personalmente ritengo ogni risultato che riusciamo a portare a casa, un qualcosa che sarebbe stato impensabile, se paragonato al ricordo di cos’era la politica anche solo pochi anni fa. Oggi l’ambiente, la salute e la qualità di vita sono uno fra i temi più importanti attorno al quale si giocherà la campagna elettorale per Milano. Cinque anni fa sarebbe stato impossibile. È questo l’effetto rivoluzionario che ha avuto il Movimento Cinque Stelle su tutta la politica italiana. Questo il motivo per cui trovo sia meglio poter incidere e cambiare le cose, piuttosto che limitarsi a segnalare gli errori commessi da chi governa. Tuttavia anche essere opposizione può essere una scelta di grande responsabilità. Soprattutto se l’alternativa è diventare yes man all’interno di una coalizione che ha una visione completamente diversa dalla nostra.
In cosa considera assolutamente insufficiente l’azione di Sala?
Milano è diventata meno inclusiva e si sta svuotando. Concentrare tutti gli sforzi sul centro città ha portato sì alla realizzazione di quartieri di pregio, ma contemporaneamente ha messo ancor più in risalto le differenze e il conseguente cambiamento della composizione sociale. Chi non può più permettersi la città si sposta in periferia. Molti quartieri sono diventati inaccessibili e tanti milanesi si sono trasferiti fuori città: negli ultimi 10 mesi ha perso 14000 residenti. Una sproporzione che sfocia a tratti nell’assurdo. Ci sono 25mila famiglie in attesa di una casa e 80000 appartamenti vuoti in mano a multinazionali e player immobiliari. Sono questi gli squilibri che il prossimo sindaco di Milano deve affrontare e risolvere.
In cosa ci si possono ritrovare tratti comuni?
Per ipotizzare punti comuni bisognerà leggere i programmi. Per il Movimento Cinque Stelle la priorità è riuscire a coniugare le attività produttive, l’imprenditoria e il fermento di una città come Milano con alti standard ambientali e di qualità di vita. Questa è la sfida. L’attività imprenditoriale e l’industria non sono in antitesi con la sostenibilità ambientale, anzi oggi per esempio, coniugando sostenibilità e profitto, il settore edilizio trae beneficio dalle opportunità di investimento e lavoro legate alla riqualificazione. Opportunità rese possibili dagli incentivi legati al Superbouns 110 per cento, che abbiamo difeso e prorogato attraverso l’azione di governo.
Ha sentito le voci che la indicano nella rosa dei possibili sfidanti di Giuseppe Sala, per il Movimento Cinque Stelle?
Le ho sentite. Così come ho sentito quelle legate ad altri nomi. Sono voci. Il gruppo di milanese del Movimento sta lavorando sul programma e spero a breve anche si possa annunciare ufficialmente una persona che possa affrontare questa importante sfida. Saranno attivisti e cittadini a scegliere il nostro candidato. Per quanto mi riguarda sono stato votato per essere portavoce in Consiglio regionale e quello sarà il mio lavoro, nel rispetto dei nostri principi e delle nostre regole.