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Comunali Milano, Albertini spiega il ritiro: “Nel centrodestra leader reticenti a mia candidatura”

“Altri leader dei partiti della coalizione di centrodestra sono stati non tanto tiepidi, più che altro reticenti riguardo la mia candidatura a sindaco di Milano”. Lo ha detto a Skytg24 Gabriele Albertini il giorno dopo aver ufficializzato il ritiro dalla corsa a Palazzo Marino per le elezioni Comunali di quest’anno a Milano.
A cura di Filippo M. Capra
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Imputa ad una "situazione non definita" all'interno dello schieramento del centrodestra il ritiro della sua candidatura a sindaco di Milano, Gabriele Albertini. Il già ex primo cittadino milanese, candidato della Lega di Matteo Salvini, non ha trovato l'appoggio che sperava negli altri partiti della coalizione. Sin da subito, Silvio Berlusconi aveva fatto melina, puntando su Maurizio Lupi. Mentre anche da Fratelli d'Italia, che inizialmente si pensava potesse sostenere Albertini alle Comunali di quest'anno, pare essere mancato l'appoggio.

Albertini: Leader del centrodestra reticenti sulla mia candidatura

In un'intervista concessa a Timeline su Skytg24, Alberini ha spiegato che "altri leader dei partiti della coalizione di centrodestra sono stati non tanto tiepidi, più che altro reticenti", in merito alla sua candidatura. L'ex sindaco di Milano ha poi aggiunto che tali capi politici dei rispettivi partiti, "avevano e hanno in mente di contestualizzare le varie candidature nelle varie città con un quadro di chiarimento medio su altri punti: il Copasir, il lockdown, le aperture. Una linea di governo e di opposizione". E, a detta di Albertini, "forse è questo che ha complicato le cose, perché Forza Italia e Lega sono aderenti al governo Draghi, mentre Fratelli d’Italia no. C’era una situazione non definita". L'ormai ex candidato del centrodestra nella corsa a Palazzo Marino, che ieri ha dichiarato come avrebbe voluto avere l'attuale sindaco Sala nelle vesti di vice in caso l'avesse battuto a ottobre, ha annunciato il ritiro della sua candidatura con una lettera aperta su Libero, nella quale faceva riferimento a motivi familiari per giustificare il mancato via libera che molti ormai consideravano una formalità. Tutto da rifare, quindi, ancora una volta, per gli oppositori di Beppe Sala, arrivati a maggio 2021 ancora senza un pretendente al posto di governatore milanese.

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