Comunali, Gallera: “La scelta di Bernardo come candidato ha dato risultati umilianti nel centrodestra”
Giulio Gallera non ha dubbi: i risultati delle elezioni a Milano, e anche in altre città, sono la prova che le primarie sono "il modo migliore" per scegliere il candidato di una coalizione e che "il mantra imposto del candidato civico" ha portato a "risultati umilianti per il centrodestra". In questa intervista a Fanpage.it, abbiamo analizzato la sconfitta nel capoluogo lombardo del candidato Luca Bernardo con l'ex assessore al Welfare di Regione Lombardia, attuale presidente della Commissione bilancio in consiglio regionale e storico volto di Forza Italia.
In queste elezioni sotto i riflettori c'è stata soprattutto l'affluenza, mai così bassa a Milano, in particolar modo negli elettori del centrodestra, come mai secondo lei?
La motivazione probabilmente è che l’offerta che abbiamo messo in campo non è stata considerata attraente e credibile. Durante la campagna elettorale abbiamo colto una grande delusione nei confronti di Sala, non a caso il 53 per cento non è andato a votare. Il problema è stato che gli scontenti non sono andati a votare per il candidato e per i partiti del centrodestra.
Ha influito, come è stato detto da più parti, il ritardo nella scelta del candidato del centrodestra, avvenuta a pochi mesi dal voto?
Il centrodestra non ha raccontato cosa voleva fare, la sua idea di sviluppo di città, e le facce di chi doveva interpretare questo progetto. È stato individuato a metà luglio un candidato non conosciuto, quando la gente stava andando in vacanza e ha avuto meno di un mese per farsi conoscere. Candidato poi lasciato molto solo in questa campagna elettorale, sicuramente strana, senza manifesti, con poche presenze in giro per la città, non si è mai vista una campagna così impalpabile. Noi l’avevamo detto a gran voce ad aprile e a maggio che bisognava correre e scegliere un candidato ma così non è stato fatto.
Scegliere un candidato civico al posto di un politico è stato un errore?
Per amministrare una città ci vuole una competenza specifica, poi una persona che arriva dalla società civile, che non ha una competenza amministrativa può essere anche un valore aggiunto ma non lo deve essere per definizione. Questa ricerca ossessiva per forza di un volto della società civile evidentemente ci ha portato a scegliere una persona che io conosco molto bene e che è un grande professionista, ma che non era conosciuto e che non aveva elaborato un suo progetto di città. Non conosceva molti temi, è un primario di pediatria, e il tema dello sviluppo urbanistico, della mobilità e del degrado non gli erano propri. Doveva esserci il tempo di costruire un dossier ma è evidente che in poche settimane questo non è stato possibile.
Questa è quindi una critica al leader della Lega Matteo Salvini che da sempre ripeteva la sua volontà di avere un civico?
I dati in Italia sono questi: dove il centrodestra ha scelto dei candidati civici, tranne in Calabria, si è avuto un risultato che non si può non definire umiliante per il centrodestra: a Milano abbiamo avuto il 32 per cento, a Napoli non siamo arrivati al 30. A Torino comunque arriviamo secondi, nonostante un candidato forte, e speriamo vincere, ma siamo dopo il Pd. Quindi questo "mantra" per forza imposto non di scegliere la persona migliore ma di scegliere un civico, non mi sembra che sia stata una scelta corretta
La scelta del candidato quindi deve avvenire con le primarie?
Dai tempi di Parisi dico che se non c’è un candidato conosciuto in città, il metodo delle primarie, dove più candidati si confrontano su quello che vogliono fare, che si fanno scegliere dagli elettori dello schieramento e poi chi vince diventa il candidato, è quello migliore. Salvini fa forse oggi un "mea culpa" rispetto al candidato civico, Silvio Berlusconi dice che forse bisogna scegliere un metodo diverso: sono contento che dopo tanti anni questi concetti siano fatti propri dai leader, noto però con rammarico che ormai abbiamo lasciato, da 15 anni, la città nelle mani di una sinistra che non ha idee e un progetto vero.
Non c'è stata nemmeno una linea unica in alcuni temi centrali della campagna elettorale
Bernardo non è nemmeno riuscito a esprimere la sua idea di città, ogni partito è andato in ordine sparso. Abbiamo fatto una campagna elettorale in cui in Forza Italia dicevamo che lo stadio andava fatto nuovo, altri dicevano che andava tenuto quello vecchio, altri ancora che andava tenuto il vecchio e fatto il nuovo. Scegliendo il candidato a luglio non c’è stato il tempo per unire le diverse proposte programmatiche dei vari partiti e proporre un programma della coalizione. Peraltro parliamo poi della sequela di candidati che sembrava dovessero arrivare: molti di questi nemmeno li conoscevo, e faccio politica da 30 anni in questa città.
C'è stata però una sconfitta anche di Forza Italia a queste elezioni
Forza Italia mi sento di dire che ha tenuto meglio degli altri. Stiamo vivendo una situazione che non è quella di quindici anni fa. Abbiamo un leader che per problemi di salute non può essere presente come vorremmo in campagna elettorale ma solo un mese fa i sondaggi dicevano che avremmo preso il 5%. Forza Italia ha preso il 7 per cento con una lista Bernardo che è una lista di moderati. Nei voti nei municipi in cui non c’era la lista Bernardo abbiamo preso il 9 per cento. Non cantiamo vittoria, il partito si deve rilanciare però a Milano è andata meglio delle aspettative, abbiamo tenuto. Vista l’astensione credo che l’elettorato moderato non sia andato proprio a votare non che ha votato Sala.
Come si potrebbe rilanciare Forza Italia?
Oggi, dopo la stagione dei populismi e dell’incompetenza al potere, che ha avuto il suo apice nei governi Conte, Draghi rappresenta un governo liberale della responsabilità, di scelte anche difficili, e questo è anche il nostro Dna. Quello con cui ha governato Albertini, con scelte difficili, come quando abbiamo fatto i grandi progetti urbanistici: avevamo sempre le manifestazioni sotto Palazzo Marino, ad esempio per City Life. Sala non ha deciso nulla per due anni sullo stadio. Noi dobbiamo riprendere questa centralità nell’azione, che oggi credo sia ben sintetizzata da Mario Draghi
C'è chi nel centrosinistra oggi dice che visti i risultati di queste elezioni diventa possibile la conquista della Regione, cosa ne pensa?
Penso che il buon governo della Regione sia una caratteristica apprezzata dai lombardi. C’è stata una grande mistificazione da parte della sinistra sulla pandemia. Hanno usato i morti per farne uno strumento di azione politica e i lombardi su questa azione non ci hanno creduto. Al di là di Milano, dove il tema è più legato alla nostra proposta, a Gallarate, a Busto Arsizio e a Codogno, abbiamo vinto al primo turno, c’è un centrodestra in forte salute. È giusto che ci provino ma il nostro buon governo sono convinto verrà premiato ancora tra due anni. Quello che ci insegna questa stagione è che bisogna presentare delle proposte credibili.
Secondo lei la vicenda Morisi e l’inchiesta di Fanpage Lobby Nera hanno influito sui risultati delle elezioni?
Vicende che gettano ombre e fango a pochi giorni dalle elezioni non aiutano nella valutazione ma penso che anche questo avrà inciso