Comunali a Milano, il passo indietro di Beppe Sala: “Non parlerò più del mio successore in pubblico”
Prima lo slancio verso il 2026. Poi il passo indietro dopo quello che è sembrato a tutti gli effetti un incidente diplomatico con il Partito Democratico lombardo e milanese.
"Non era mia intenzione sollevare polemiche o malumori con le mie dichiarazioni, dettate da impressioni e stimolate da domande giornalistiche", è intervenuto così sui propri canali social il sindaco di Milano Beppe Sala, che a margine dell'evento di Coima aveva aperto la strada di Palazzo Marino a un successore civico e non politico (come il giornalista Mario Calabresi), mettendo in discussione l'istituto delle primarie. Parole che avevano scatenato non pochi mal di pancia del partito. "Da oggi in poi non mi permetterò più di dire una singola parola sulla mia successione. C'è tutto il tempo per i protagonisti di vagliare idee e nomi e modi, senza che io interferisca pubblicamente".
Il sindaco Sala, attraverso un lungo post, ha cercato di mettere un punto alla questione. "Se mi sono permesso di dire che le primarie non devono essere un dogma, è solo perché ho fatto riferimento al recente passato. Quando mi sono candidato la prima volta nel 2016, le primarie sono state fatte (per il secondo mandato, essendo sindaco in cerca di riconferma, ero candidato unico). Alle ultime regionali, invece, no: non ci sono state primarie. E probabilmente è stato giusto fare così, sia in un caso sia nell’altro".
E ancora. "La seconda questione che ho affrontato: la natura del candidato, se dev'essere politico o civico. Anche in questo caso, proponendo che si faccia una verifica dei possibili candidati senza preclusioni, ho pensato a cosa è successo nelle elezioni milanesi degli ultimi decenni".
Un vero e proprio passo indietro, insomma. "La mia intenzione più sentita e profonda è evitare a ogni costo qualsiasi polemica relativamente alla decisione su chi possa essere la candidata o il candidato per il centrosinistra alle elezioni del 2027″.