Compare una lettera anonima dove è stata uccisa Sharon Verzeni: “Chi conosce la verità, non si nasconda”
Una lettera anonima, scritta a mano con penna blu, è comparsa nel pomeriggio di oggi, mercoledì 21 agosto, in via Castegnate a Terno d'Isola (in provincia di Bergamo). Lungo quella strada, nella notte tra il 29 e il 30 luglio scorsi, Sharon Verzeni è stata uccisa con quattro coltellate mentre stava passeggiando. Gli investigatori sono ancora al lavoro per risalire all'identità dell'omicida della 33enne e al momento non ci sarebbe alcuna pista privilegiata sulle altre. Per questo motivo, la lettera scritta su foglio A4 e inserita in una busta di plastica, lancia un appello alla popolazione bergamasca: "Caino è chiunque non parli, chiunque non dica la verità", si legge, "nessuno può riportarcela indietro ma qualcuno può dare una spiegazione a tutto ciò. Non siate complici di questa brutalità: Sharon è figlia di tutti, è una parte della nostra vita. Chi sa non volga le spalle, non si nasconda, ma abbia il coraggio di dare giustizia a una vita".
Le parole della lettera: "Niente è come prima"
La lettera è stata affissa al muretto dove, ormai da giorni, sono stati appoggiati diversi mazzi di fiori. Da giorni i carabinieri del Comando provinciale di Bergamo stanno indagando sulla vita di Verzeni, alla ricerca di un motivo che possa aver spinto una persona, probabilmente a lei vicina, a ucciderla. Le indagini, però, non stanno coinvolgendo solo la famiglia della barista 33enne e la sua sfera di amicizie più strette, ma tutto il paese di Terno.
Molti residenti nella zona di via Castegnate nei giorni scorsi sono stati interrogati, altri hanno raccontato cosa hanno visto e sentito dopo la mezzanotte del 30 luglio, ad alcuni è stato prelevato un campione di Dna che sarà confrontato con i resti lasciati sui vestiti della barista. Come è stato scritto nella lettera anonima, "niente è come prima, nessun respiro, nessun attimo di vita".
I quasi 8mila abitanti di Terno non si chiedono solo chi possa aver ucciso Verzeni, magari pianificando anche un delitto che è ancora irrisolto, ma anche "perché? La vita è ferma a quella notte. La parola perché è la prima del mattino e l'ultima della giornata", continua la lettera, "ogni giorno è così, ogni giorno è angoscia".
Dopo i genitori di Sharon, ascoltata la mamma del compagno
Si è conclusa, intanto, una nuova giornata di interrogatori. Ieri gli inquirenti avevano ascoltato i genitori di Verzeni e prima ancora la sorella, il fratello e il cognato. Nella mattinata di oggi è stata convocata in caserma la mamma di Sergio Ruocco, il compagno della vittima. La donna, Maria Rosa Sabadini, è uscita tre ore dopo senza parlare con i cronisti. Nel pomeriggio, poi, sono stati convocati per la prima volta gli zii paterni della 33enne. Nessuno di loro è indagato. Lo scopo di questi interrogatori è capire se ci fosse qualche problema nella vita di Verzeni che, al momento, appare tranquilla.
Oltre ai parenti della vittima, anche un residente di via Castegnate è stato ascoltato due volte. In un primo momento l'uomo aveva detto che stava dormendo nell'ora del delitto (00:50 del 30 luglio), ma una telecamera lo ha ripreso che stava fumando sul balcone di casa mentre in strada stava passando una persona in bicicletta che potrebbe avere informazioni inedite sul delitto. Quando i carabinieri gli hanno fatto notare la sua presenza, il residente di via Castegnate ha risposto di non ricordare.