Como, multa da 400 euro a clochard: “Non è in grado di motivare lo spostamento dal suo domicilio”
Si chiama Pasquale, ha 63 anni ed è un clochard. Da dieci anni infatti vive per strada a Como, dove lo conoscono tutti. Una presenza ormai costante sotto il portico del liceo Volta, in via Cesare Cantù. La sua situazione gli impedisce di avere una fissa dimora, ma nonostante questo ieri, giovedì 19 novembre, alle 21.05 Pasquale è stato multato dalla polizia. La motivazione: aver violato le disposizioni dell'ultimo Dpcm che obbligano i cittadini a rimanere nella propria abitazione se non per comprovate esigenze lavorative, di salute o di estrema necessità.
Pasquale dovrà pagare una multa di 280 euro
Nonostante la sua condizione, Pasquale dovrà comunque pagare una multa di 280 euro che, se non verranno saldati entro cinque giorni, saliranno a 400 euro. La Questura, contattata da Fanpage.it, ha confermato la notizia e affermato che prima di multarlo sono state fatte tutte le valutazioni del caso. Stando a quanto riportato sul verbale, la multa è stata fatta perché: "L'uomo non è stato in grado di motivare lo spostamento dal luogo di domicilio, abitazione e residenza". E proprio per questo, la notizia ha scatenato polemiche e critiche: "Chiedo innanzitutto al Questore di Como che la multa venga ritirata. Non solo ammonta a una somma impossibile da pagare per chi è in una condizione di grave indigenza, ma soprattutto rischia di rafforzare l’impressione che Como e le sue istituzioni non abbiano pietà per i poveri in un momento così difficile" scrive sul suo profilo Facebook il consigliere regionale del Pd Angelo Orsenigo.
A Milano clochard di 25 anni multato perché ha violato il Dpcm
Pasquale non è l'unico clochard a essere stato multato in tempi di pandemia da Coronavirus. A Milano un ragazzo ucraino di 25 anni era stato sanzionato il 12 marzo alle 10 del mattino dagli agenti del commissariato Lambrate per non aver rispetto il Dpcm allora in vigore. Il 25enne dormiva di notte in un dormitorio alla Vigentina che durante il giorno però era chiuso. I poliziotti lo avevano fermato in via Crescenzago: il ragazzo aveva provato a spiegare la sua situazione, ma quando gli agenti gli avevano chiesto la sua carta d'identità, in cui c'era scritto un indirizzo di residenza fittizio, lo avevano multato pensando che stesse mentendo. I poliziotti quindi lo avevano denunciato e sanzionato con una multa di 206 euro.