Como, maxi sequestro di pezzi di ricambio per veicoli contraffatti: perquisizioni in tutta Italia
Erano riusciti ad avviare una fabbrica abusiva in grado di produrre decine di migliaia di pezzi di ricambio per veicoli contraffatti. Ora il giro d'affari è stato mascherato dalla Compagnia della Guardia di Finanza di Olgiate Comasco: sotto sequestro è finita una stamperia di Guanzate, sempre nel comasco, e sono scattate tre denunce. I militari hanno fatto irruzione nel laboratorio clandestino insospettiti da alcuni movimenti interni anche nelle ore notturne, oltre che dalla posizione troppo nascosta della stamperia. Una volta all'interno, le Fiamme Gialle hanno potuto scoprire stampanti che servivano a riprodurre i loghi automobilistici contraffatti. Nel dettaglio, sono state sequestrate numerose scatole ancora imballate contenenti pezzi di ricambio per motori non originali e compatibili con i modelli Iveco. La merce veniva marchiata con i loghi del noto brand e nuovamente confezionati in scatole con tanto di codice a barre ed etichette. Insomma, identici a pezzi e confezioni originali: pronti per entrare nel mercato e a far guadagnare i responsabili della stamperia. Il rappresentante legale della stamperia abusiva, un suo stretto collaboratore e la stessa società sono stati denunciati per contraffazione marchi aggravata.
Sequestro per oltre un milione di euro
Il giro di affari è terminato oggi lunedì 10 maggio quando la Guardia di Finanza ha sottoposto a sequestro 980 pezzi di ricambio – soprattutto frizioni e filtri d'aria con logo Iveco -, 84mila confezioni ed adesivi contraffatti con lo stesso marchio, 3mila pezzi di ricambi automobilistici, 6 macchinari per la stampa e per il confezionamento, 28 cliché e 13 quadri per stampe. Il tutto per un valore commerciale di oltre un milione di euro. Da qui poi i militari e la Procura di Como sono riusciti a risalire ai soggetti che hanno acquistato i prodotti: per questo sono state avviate anche perquisizioni in 23 sedi legali e 13 aziende dislocate tra Lombardia, Piemonte, Emilia Romagna, Campania e Puglia. L'operazione della Guardia di Finanza è stata possibile anche grazie all'aiuto dei periti di Iveco.