Como, infermiere morto dopo tre mesi in rianimazione: “Si è ammalato lavorando in prima linea”
Si è ammalato lavorando nel reparto di terapia intensiva dell'ospedale Valduce di Como, al fianco dei pazienti che curava con attenzione e passione, come faceva da tanti anni, anche durante l'emergenza coronavirus. È morto ieri all'ospedale San Gerardo di Monza Javier Chunga, infermiere di 59 anni di origini peruviane, dopo tre mesi trascorsi intubato in rianimazione.
Morto dopo tre mesi in rianimazione l'infermiere Javier Chunga
Javier ha curato i malati di Covid dall'inizio dell'emergenza fino a maggio, quando si è ammalato anche lui. Nonostante l'esperienza e l'uso di dispositivi di protezione, infatti, anche lui come molti altri medici, infermieri e operatori sanitari è stato infettato dal virus. Dopo il tampone positivo, per una ventina di giorni Javier è stato curato nel suo ospedale. Quando le sue condizioni si sono aggravate, è stato deciso il trasferimento alla terapia intensiva del San Gerardo. "Javier – ha spiegato alla Provincia di Como Mario Guidotti, primario di neurologia del Valduce – è il primo infermiere a lasciarci. Uno dei nostri che si è battuto in prima linea durante i mesi del Covid. Si è fatto in quattro proprio nella terapia intensiva dove lavorava, apprezzato da tutti da tanti anni".
La strage di infermieri e operatori sanitari
Gli infermieri sono stati tra le categorie più colpite dal coronavirus. "L’83 per cento dei casi denunciati di avvenuto contagio, tra gli operatori sanitari, sono infermieri. Otto casi su 10", ha denunciato il presidente del sindacato infermieri italiani, Antonio De Palma. "Per quanto riguarda i decessi, il 40 per cento delle vittime si è verificato nel mondo sanitario. Di questo 40 per cento, il 63 per cento dei deceduti erano infermieri".