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Como, dalla città che accoglieva i migranti alla politica della brutalità contro i senzatetto

Ha provocato indignazione il video dell’assessora ai Servizi sociali di Como che strappa la coperta a un clochard, mentre cerca di costringerlo ad allontanarsi dai portici dove si era rifugiato. Immagini che raccontano una città dove la politica della brutalità verso i senzatetto ha preso il posto dello spirito di accoglienza dimostrato in passato verso centinaia di migranti di passaggio.
A cura di Simone Gorla
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Centinaia di persone accampate per terra, tra cui donne e bambini piccoli, in condizioni igieniche e di salute precarie. Questa era la situazione alla stazione di Como. Quattro anni fa. Quando la città lombarda diede prova di generosità e capacità di accoglienza, mobilitando risorse e volontari per assistere la massa di migranti che cercavano di raggiungere la Svizzera e poi la Germania, ma venivano respinte alla frontiera. Era l'agosto del 2016. Le immagini facevano il giro del mondo e raccontavano (anche e soprattutto) una città solidale.

Una decina di senzatetto che trovano rifugio sotto i portici della ex chiesa di San Francesco con i loro averi e alcune coperte. L'amministrazione comunale che decide di fare "pulizia" e per questo un'esponente della giunta di centrodestra, l'assessora alle Politiche sociali Angela Corengia, che strappa la coperta a un clochard e la getta in mezzo alla strada. Le immagini, riprese dagli attivisti dell'associazione ‘Cominciamo da Como', rimbalzano sui siti e raccontano l'immagine di una città che sceglie la politica della brutalità.

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Cos'è successo a Como? Innanzitutto un cambio di amministrazione, con la vittoria nel giugno 2017 di Mario Landriscina, esponente di una lista civica all'interno di una coalizione di centro-destra con Forza Italia, Fratelli d'Italia e a forte trazione leghista. Una vittoria ottenuta proprio sull'onda dell'insofferenza per "l'invasione" dei migranti in città, fomentata dalle passeggiate di Matteo Salvini tra i binari della stazione San Giovanni scavalcando le persone addormentate nei sacchi a pelo.

Oggi però la situazione è molto diversa. I numeri di migranti e senzatetto oggi a Como non raccontano certo di un'emergenza. "Da molto tempo ci sono alcuni senza dimora a Como, in parte migranti, ma non solo. In cerca di un riparto sono approdati sotto il portico dell'ex chiesa di San Francesco. Ricevono aiuto da varie associazioni di volontariato", spiega a Fanpage.it Gianpaolo Rosso, presidente provinciale di Arci. In realtà il Consiglio comunale di Como ha approvato con ampia maggioranza bipartisan la realizzazione di un nuovo dormitorio per i clochard, che non è mai avvenuta. "Si tratta di una decina di persone, non è certo problema enorme. Ma questa situazione perdura con un’aggravante dovuta al fatto che la Caritas fino a qualche anno fa forniva aiuto per l'emergenza freddo, in una zona di proprietà della Curia, che però ora ha venduto lo spazio. Servono quindi soluzioni, non operazioni mediatiche da parte di un'amministrazione in cui la Lega detta la linea".

Il sindaco Landriscina ha deciso di affrontare il problema attraverso interventi periodici di sanificazione dell'area. L'idea era quella di spingere i senzatetto ad andarsene con frequenti interventi di pulizia. Ma non è servito: visto che non hanno altro posto dove andare, loro ritornano sempre. "Queste operazioni di sanificazione si svolgono in pompa magna, con gli assessori presenti per seguire il lavoro e parlare con i senza dimora, cercando di invitarli ad andare via". Proprio in questo contesto è avvenuta la scena che ha provocato indignazione. L'assessora si è difesa, parlando a ComoZero, spiegando: "Io sveglio i ragazzi con dolcezza come un cameriere d’albergo, chi mi conosce sa che non li prendo a sberloni, anzi. Poi capita che ci siano coperte da buttare ma chiedo sempre a loro". Nessuna intenzione violenta, quindi, anche se le immagini sono piuttosto esplicite e raccontano altro.

Intanto nella giornata di oggi, mercoledì 9 settembre, le associazioni cittadine hanno organizzato un presidio davanti al Comune: "La giunta Landriscina sta mostrando da tempo a tutta Italia come le destre trattano le persone in difficoltà, senza un letto e senza una casa", commenta la rete Como Senza Frontiere, "la presenza dei poveri per strada, nociva ai commerci e agli affari della città vetrina, va semplicemente abolita".

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