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Como, 20mila euro di integratori alimentari non a norma sequestrati alla dogana

Integratori alimentari non a norma sono stati sequestrati dalla guardia di finanza e da funzionari dell’Agenzia delle dogane e dei Monopoli alla dogana di Ponte Chiasso a Como. A cercare di introdurre in Italia i prodotti, del valore di oltre 23mila dollari, una donna: ha cercato di giustificarsi dicendo che erano per uso personale, ma nei suoi confronti è scattata una sanzione di 30mila euro.
A cura di Francesco Loiacono
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(Immagine di repertorio)
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Integratori alimentari non a norma, per un valore complessivo di circa 20mila euro, sono stati sequestrati nei giorni scorsi da militari della guardia di finanza e funzionari dell'Agenzia delle dogane e dei monopoli alla dogana di Ponte Chiasso a Como, tra Italia e Svizzera. In totale sono 272 le confezioni di integratori e complementi alimentari che le Fiamme gialle e i doganieri hanno trovato nella disponibilità di una donna di nazionalità italiana, che stava cercando di introdurli nel nostro Paese. I prodotti, in vista del loro eventuale utilizzo commerciale, non erano registrati presso il ministero della Salute e non erano a norma per quanto riguarda l'etichettatura.

La donna ha cercato di convincere i finanzieri che si trattava di prodotti per uso personale

La donna ha cercato di convincere le forze dell'ordine che si trattava di integratori per uso personale, ma la quantità era incompatibile con quanto dichiarato. Inoltre, a insospettire i doganieri e i finanzieri è stato il tortuoso giro che la merce aveva compiuto: era stata inviata dagli Stati Uniti alla Svizzera, quindi in transito verso l'Italia per poi essere di nuovo spedita in Svizzera.

La merce, del valore di oltre 23mila dollari, era stata intercettata lo scorso maggio: da allora sono partiti accertamenti che hanno coinvolto l’Usmaf-Sasn (Uffici di sanità marittima, aerea e di frontiera e Servizi territoriali per l'assistenza sanitaria) di Lombardia-Piemonte-Valle d’Aosta e l’Ufficio delle Dogane di Milano 3. Una volta riscontrate tutte le irregolarità per la merce è scattato il sequestro cautelare, ai fini di una successiva distruzione. Per la donna è invece scattata una sanzione di 30mila euro.

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