Commerciante ucciso a Milano: la figlia Simona Pozzi assolta dall’accusa di omicidio

Simona Pozzi, 47enne milanese, è stata assolta "per non aver commesso il fatto" dall'accusa di aver ordinato come mandante l'omicidio del padre, Maurizio, ucciso nel 2016. Lo ha deciso il giudice per l'udienza preliminare di Milano Alessandra Del Corvo, che ha però condannato a 4 anni la donna ritenendola mandante di un'altra "spedizione punitiva" ai danni del genitore avvenuta tre anni prima dell'omicidio. Si è chiuso così in primo grado il processo con rito abbreviato nei confronti della 47enne, assistita dai legali Filippo Carimati e Franco Silva.
L'omicidio e la precedente aggressione
Maurizio Pozzi, storico commerciante di scarpe del quartiere Affori a Milano, era stato trovato morto nella sua casa dalla moglie il 5 febbraio del 2016, con otto ferite provocate da un corpo contundente. Due anni dopo per l'omicidio era stata indagata la figlia, che secondo gli inquirenti aveva deciso di eliminare il padre perché aveva dilapidato in pochi anni 800mila euro del patrimonio famigliare. Accuse che però non avevano mai portato a una misura cautelare: Simona Pozzi è rimasta sempre a piede libero in attesa del processo, dal quale oggi è uscita assolta per quanto riguarda l'omicidio. "Non avrebbe ricavato alcun vantaggio economico dall'uccisione del padre", avevano spiegato i suoi avvocati secondo quanto riporta l'agenzia Ansa, aggiungendo che padre e figlia erano uniti da un rapporto di affetto costellato però da "qualche litigio, ma come accade in tutte le famiglie".
La donna è stata condannata per lesioni
Simona Pozzi, che dopo la morte del padre ha continuato a gestirne il negozio, è stata però condannata per lesioni per il pestaggio subito dal genitore nel 2013 a Pizzatorre, in provincia di Bergamo. Per quell'episodio è ritenuta la mandante: l'esecutore materiale dell'aggressione è il pregiudicato milanese Pasqule Tallarico, reo confesso e già condannato dal tribunale di Bergamo.