Come vengono organizzate le ronde e cosa c’è nelle chat del gruppo Articolo 52 che organizza aggressioni a Milano

È un video ad attirare l'attenzione di centinaia di utenti sui social. Il primo a parlare è un ragazzo della banda: "Hai rubato a qualcuno?", chiede alla vittima. "Te lo giuro, non c'entro niente". Qualcuno fuori campo interviene: "La collana, ha preso la collana". È a questo punto che inizia l'aggressione. La vittima è accovacciata a terra e viene brutalmente aggredita, picchiata con calci e pugni su tutto il corpo.
Il video è stato pubblicato domenica 9 marzo su una neonata pagina Instagram chiamata Articolo52, un violento "movimento anticirimine" il cui nome vorrebbe ispirarsi alla Costituzione – come specificano nella propria bio di Instagram – seppur con modalità completamente sbagliate. Nello specifico, l'Art. 52 recita, infatti, che "la difesa della Patria è sacro dovere del cittadino". E, secondo l'interpretazione dei membri del gruppo, l'obiettivo sarebbe proprio questo, difendere la patria che, in questo caso, è circoscritta alla sola città di Milano "che sta diventando Gotham", scrivono. Per questo i gestori della pagina hanno precisato che vogliono farsi giustizia attraverso azioni violente e agguati. Il perché lo hanno specificato sul profilo Instagram: "Siamo stanchi di bande armate che impunite regnano nel caos. La violenza si combatte con la violenza". Un invito violento, basato sull'uso della violenza. A questo richiamo, però, in poche ore hanno già risposto in moltissimi.
I messaggi delle chat su Telegram
L'ultima iniziativa del "gruppo anticrimine" Articolo 52 è stata la creazione di canali Telegram suddivisi per zone di Milano. L'intento alla base di questi gruppi sarebbe quello di dare l'opportunità di segnalare aggressioni, furti, rapine e così permettere ai membri della pagina di intervenire e, quindi, fare "giustizia". Quello che si legge, infatti, è ben diverso da una qualsiasi forma di giustizia.
C'è chi si lancia in discorsi d'odio. "Se uno mi punta il coltello lo tiro fuori anche io". O anche: "Lottiamo contro queste m***e che stanno rovinando le nostre città". E c'è chi è più preciso e propone piani d'azioni. "Ci vorrebbero delle vere e proprie regole d'ingaggio, del tipo mai attaccarli fisicamente per primi (per giustificare la legittima difesa) bisognerebbe avere armi in grado di offendere in dotazione le quali non costituirebbero reato, un giubbotto anti accoltellamento, e un numero elevato di persone". Ancora. "Con un semplice giornale è possibile creare una specie di manganello duro come il ferro". E anche: "Dobbiamo avere nomi in codice, armi, un posto dove ritrovarci e soprattutto soldi. Un'organizzazione paramilitare, dove ognuno in base a quello che sa fare viene inquadrato nell'organizzazione". E, infatti, proprio su Telegram, i "rondisti" hanno aperto una raccolta fondi, con tanto di Iban, per un "singolo caffè", per il fondo cassa dedicato alle eventuali spese legali o per l'acquisto di attrezzatura da difesa. Infine, c'è chi vuole passare subito all'azione. "Chi c'è stasera in zona?". E chi propone un luogo e un'ora precisa. "Raduno confermato, da lì ci sposteremo, niente vestiti neri".
Su tutto questo, sui membri della "ronda anticrimine", i gruppi Telegram e le aggressioni, sta ora indagando la polizia di Milano con l'obiettivo di capire chi si nasconda dietro alla banda Articolo 52.