Come sta andando il divieto di fumo a Milano a tre settimane dalla norma
Sono passate tre settimane da quando a Milano è ufficialmente entrato in vigore il divieto di fumo all'aperto. Dal primo gennaio 2025, infatti, chiunque voglia accendersi una sigaretta in città può farlo solo in luoghi isolati, mantenendo una distanza minima di dieci metri da tutte le altre persone. A stabilirlo è stato l'articolo 9 del Regolamento per la Qualità dell’Aria.
Il documento, approvato dal Consiglio Comunale nel 2020, prevedeva una progressiva estensione del divieto di fumo: prima in vigore solo in alcune zone (fermate dei mezzi pubblici, parchi e aree verdi) e poi, dal 2025, allargato a tutte le aree pubbliche o ad uso pubblico. Pena per i trasgressori? una multa tra i 40 e i 240 euro.
Dopo questi primi 21 giorni di convivenza con il nuovo divieto "La sensazione è più positiva che negativa, c'è più consenso che dissenso", dice a Fanpage.it Elena Grandi, assessora all'Ambiente e al Verde del Comune di Milano. "Sono rimasta favorevolmente sorpresa – continua l'assessora – In termini di risposta, di riscontri che abbiamo avuto e dalle email che abbiamo ricevuto non c'è stata un'alzata di spade. Anzi: tanti intervistati e tante persone più giovani, anche fumatrici, dicono: ‘In fondo è giusto, perché dobbiamo fumare addosso a persone a cui non piace se uno fuma?'".
Un approccio positivo che il Comune spera di poter instillare anche in chi ancora nutre qualche resistenza nei confronti del divieto: "Noi non volgiamo partire con le armate della polizia municipale che fa in giro a fare multe, vogliamo che sia più un invito a cambiare le abitudini" continua l'assessora Grandi, che a questo proposito fa sapere che le multe per il momento non sono state molte, "una ventina a dir tanto dal primo di gennaio. Non c'è la volontà di accanirsi, soprattutto in questa prima fase". Secondo i primi dati, le multe sarebbero state per la precisione 16: otto per non avere rispettato la distanza di dieci metri dalle altre persone, quattro per aver fumato alla fermata di un mezzo pubblico e quattro per avere acceso la sigaretta in un parco giochi per bambini.
La strategia che il Comune intende adottare è quindi quella della sensibilizzazione: "Di sicuro faremo una bella campagna di informazione culturale – spiega Grandi – magari in collaborazione con altre città come Torino che ha da poco adottato la stessa norma. Potremmo per esempio fare incontri nelle scuole, nelle università, distribuire volantini e cartelloni, usare media e newsletter oppure creare incontri pubblici con la comunità scientifica".
Difficile, invece, fare una stima dell'efficacia del divieto sulla qualità dell'aria, anche se la legge era inserita proprio all'interno di un regolamento volto ad abbattere l'inquinamento a Milano, al quale il fumo di sigarette, secondo Arpa, contribuiva per il 7 percento. "Per il momento non siamo in grado di dire in così poco tempo quanto questo divieto abbia influito sulle polveri sottili nell'aria, la cui concentrazione varia anche in base ad altri fattori – conclude l'assessora – Sarà una cosa che misureremo sulla distanza".