Com’è possibile che Milano debba fare il blocco del traffico contro l’inquinamento nonostante Area B e Area C
"Gli sforzi che dobbiamo fare sono ancora tanti, non c'è un'altra strada". Ancora una volta Milano, come altri Comuni della Lombardia, deve fare i conti con un livello di inquinamento preoccupante. Dal 10 febbraio, le centraline Arpa hanno rilevato una concentrazione di polveri sottili pm10 superiore al limite di 50 microgrammi per metro cubo stabiliti dall'Unione europea, per questo motivo da sabato 18 febbraio saranno attivate le prime misure temporanee antismog come il blocco del traffico. La giunta milanese, e in particolare l'assessora alla Mobilità Arianna Censi, non ha mai nascosto la propria determinazione nel diminuire il numero di auto che circolano per la città. Le nuove Area B e C, l'idea della zona 30, la progressiva diminuzione di parcheggi, tutte misure che, al momento, non hanno raggiunti i risultati sperati: "Vuol dire che dobbiamo fare di più e meglio", ha affermato Censi a Fanpage.it.
"Area B ha modificato pochissimo", ha osservato l'assessora. Il motivo è da cecare tra le deroghe che lo stesso Comune ha proposto alle sue nuove regole, come i 50 giorni di accesso al centro di Milano e il MoVe-In che con una spesa pari a 50 euro consente di circolare per almeno 2mila chilometri in Area B. I risultati degli ultimi interventi fatti da Palazzo marino, assicura Censi, si potranno vedere "nel momento in cui le misure di accompagnamento si completeranno".
"Dobbiamo aiutare le persone a cambiare le proprie abitudini"
Perché proprio di "accompagnamento" si tratta. "Dobbiamo aiutare le persone a cambiare le proprie abitudini", continua l'assessora, "dobbiamo far capire a tutti che questo è un processo inevitabile e che deve essere condiviso il più possibile". Imporre misure più aspre rispetto a quelle che già ci sono, anche a livello Regionale come le limitazioni permanenti nei mesi invernali, non basta. "Bisogna accompagnare chi non può permettersi un'auto nuova, che sia per difficoltà economiche o sociali", anche perché, afferma Censi, "non abbiamo tante alternative".
"Mi immagino una Milano che diminuisce drasticamente il numero di auto, prima di tutto a combustione inquinante e poi le auto in generale", racconta l'assessora alla Mobilità della città. Di strade che il capoluogo lombardo può percorrere già se ne vedono un paio, come "le zone a velocità ridotta potrebbero rendere il traffico più fluido, fatto quindi di meno code e meno ‘frena-accelera'" e "il trasporto pubblico locale mosso da forme di energia sostenibile". Tutti questi, conclude Censi, sono obiettivi raggiungibili "quanto meno sono divisione politica, e più visioni condivise".