Com’è possibile che il ristorante di Carlo Cracco abbia un buco di quasi 5 milioni se una pizza costa 25 euro
In cinque anni di attività, il ristorante Cracco all'interno della Galleria Vittorio Emanuele II a Milano ha accumulato 4,6 milioni di euro di debiti. Nonostante la stella Michelin conquistata per la qualità della sua cucina e le pizze salatissime (non per il troppo sale, ma perché per mangiare una Margherita devi sborsare almeno 22 euro), il locale aperto nel 2018 da uno degli chef più famosi della Penisola non riesce a lievitare.
A ufficializzare i numeri del ristorante, è l'assemblea dei soci della Felix srl. Si tratta dell'azienda che detiene il locale, la quale è interamente controllata dalla Cracco Investimenti che vede come amministratore unico, appunto, Carlo Cracco.
Il passivo accumulato in 5 anni e i costi di produzione sempre più alti
Il bilancio del 2022, come riporta Affaritaliani.it, è stato approvato con "una perdita di 409mila euro, di poco inferiore a quella di 524mila euro del precedente esercizio". Sommando queste perdite, nei cinque anni di attività "il passivo accumulato è salito a oltre 4,6 milioni". Ecco quindi che, "a fronte di riserve per 4,8 milioni, il patrimonio netto si è ulteriormente assottigliato a 246mila euro".
A rallentare la crescita dell'attività, che comunque c'è stata visto che il fatturato è passato da 3,3 milioni a 4,3 milioni, sono ancora i residui della pandemia e l'incremento nei costi di produzione che continua la sua ascesa verticale. Si parla, infatti, di un aumento di circa 800mila euro, passando dai 4 milioni ai 4,8milioni di euro.
I debiti della Felix srl
Appare evidente, quindi, come nonostante il fatturato migliori, questo resta sempre al disotto dei soli costi di produzione. Se si considerano, poi, i debiti accumulati dalla Felix srl i numeri spaventano ancora di più. Si parla di un passivo totale fermo a 7,3 milioni di euro.
Questi, 3,1 milioni sono quelli dovuti ai fornitori e 3,8 milioni alle banche. Questi ultimi, come ricostruito da Affaritaliani.it, sarebbero ciò che resta dal finanziamento di 6 milioni erogato nel 2018 da Banca Popolare di Sondrio, il cui rimborso fu sospeso (causa pandemia) dal marzo del 2020 a ottobre dell'anno dopo. Paragonate a queste, i 22 euro per una pizza o i 60 euro per un uovo di Pasqua al cioccolato fondente, non sono cifre così da capogiro.