Com’è morta la bimba di 16 mesi abbandonata in casa, le ipotesi: dagli stenti alle benzodiazepine
È stata effettuata l'autopsia sulla piccola Diana, la bimba di sedici mesi abbandonata in un appartamento di Milano per sei giorni e trovata poi cadavere. A essere accusata è la madre, Alessia Pifferi: dai primi esami non sono emerse ulteriori evidenze in grado di accertare la causa della morte. Sembrerebbe però che la bimba sia morta di stenti e quindi di fame e di sete.
La Procura ha comunque disposto nuovi approfondimenti. Si attende poi l'esito dell'esame tossicologico che aiuterà a capire se la piccola sia stata drogata prima di essere lasciata sola in casa. Sarebbero stati disposti anche alcuni esami radiologici per vedere se vi sono lesioni interne anche se non sembrerebbe esserci il sospetto di violenze avvenute sulla piccola.
La donna l'ha lasciata sola in casa per andare a trovare il compagno a Bergamo al quale avrebbe detto di averla lasciata alla sorella. Dopo sei giorni, sarebbe rientrata in casa e avrebbe fatto la macabra scoperta. È stata poi lei a chiamare i soccorsi. Sul posto sono poi arrivati gli agenti della Squadra mobile: a loro avrebbe prima detto che l'aveva lasciata con la baby-sitter e la madre, per poi confessare e dire di sapere "che poteva andare così".
L'autopsia sulla piccola Diana, potrebbe essere morta di stenti
Pifferi sarebbe andata via da casa giovedì 14 luglio. Tra le cause del decesso c'è l'idea che la piccola possa essere morta di stenti. Questo significa che alla bimba sarebbe mancato tutto ciò che le era necessario per sopravvivere, in primis cibo e acqua per idratarsi.
Disidratata e affamata potrebbe aver perso gradualmente conoscenza per poi morire. Dai primi esiti dall'autopsia, eseguita nella giornata di ieri lunedì 25 luglio, non è ancora emersa la causa del decesso: per questo motivo, i medici hanno chiesto più tempo e di poter eseguire ulteriori accertamenti per capire cosa possa aver provocato la morte.
Attesi i test tossicologici per la presenza di benzodiazepine in casa
Accanto al corpo di Diana, lasciato in un lettino da campeggio, c'era un biberon e una boccetta di benzodiazepine piena a metà. Non è chiaro se la piccola sia stata narcotizzata prima che la madre andasse via. In cucina sarebbe stata trovata una boccetta di En, un farmaco ansiolitico, che la donna avrebbe detto appartenere all'ex compagno.
Vista la presenza di questi medicinali in casa, la polizia scientifica sta eseguendo gli esami tossicologici. Gli investigatori cercheranno di capire se nel latte trovato nel biberon ci sono tracce di tranquillanti e ansiolitici e se nel beccuccio del biberon è presente il Dna della piccola.
La donna, in base alle ricostruzioni degli investigatori, sarebbe anche tornata a Milano, ma non sarebbe mai passata nell'appartamento per verificare le condizioni della piccola.
I vicini non l'hanno sentita piangere
Durante l'interrogatorio la donna, anche se non avrebbe risposto a tutte le domande, sarebbe apparsa lucida. I vicini, sentiti anche da Fanpage.it, raccontano che la donna fosse affettuosa con la bimba. Inoltre, in questi sei giorni, non avrebbero mai sentita piangere. Probabilmente potrebbe essere dovuto, qualora venisse confermata l'ipotesi, dal fatto che la piccola potesse aver ingerito i tranquillanti.
Dai loro racconti emerge anche un profilo di Diana: una bimba "magrolina" e "sorridente", ma che nessuno aveva mai visto camminare. È proprio a una vicina che la donna si sarebbe rivolta, una volta rientrata a casa e trovato il corpo della figlia. Avrebbe infatti bussato disperata: allertati gli operatori del 118, per la piccola non c'era più nulla da fare.
Le nuove indagini sulla causa della morte dopo l'autopsia
Non era la prima volta che la piccola – nata prematuramente e di cui non si conosce il padre – veniva lasciata sola in casa: era già successo in altre due occasioni. E entrambe le volte, l'aveva lasciata nel lettino e con un biberon. In quest'ultima occasione, prima di partire, l'avrebbe lasciata da sola dopo averla "pulita" dopo averle "cambiato il pannolino".
Una volta nell'abitazione, gli investigatori hanno trovato il frigorifero vuoto, i pannolini usati e mai buttati e pieni di vermi. Nelle ultime ore, era anche emerso il dettaglio che la piccola non fosse mai andata dal pediatra. Né la madre né la figlia erano seguite dai servizi sociali.
Considerata la dinamica e gli elementi trovati sulla scena, la Procura ha chiesto di effettuare esami radiologici per capire se la bambina avesse lesioni pregresse, anche se al momento non sembrerebbe esserci il sospetto di maltrattamenti precedenti.