Come la polizia ha scoperto l’arsenale degli ultras dell’Inter e cosa potrebbero svelare le analisi sulle armi
Centinaia di proiettili, pettorine false delle forze dell’ordine e vari tipi di armi. É solo una parte di quello che hanno trovato i poliziotti della Squadra Mobile di Milano in quello che è stato definito l'arsenale degli ultras dell'Inter. Dopo l'inchiesta – della Squadra Mobile e delle Guardia di Finanza, coordinati dai pm Paolo Storari e Sara Ombra – che ha portato due mesi fa agli arresti dei vertici delle Curve di Inter e Milan, nella giornata di ieri sabato 23 novembre è scattato il sequestro del magazzino pieno di armi riconducibile al 50enne Cristian Ferrario, finito ora in arresto per la seconda volta in poche settimane. Ma come si è arrivato a scoprire l'arsenale dell'Inter? E chi è Cristian Ferrario?
I poliziotti della Squadra Mobile, guidati da Alfonso Iadevaia e Domenico Balsamo, avevano perquisito un appartamento a pochi metri di distanza dal magazzino. Nell'appartamento viveva Cristian Ferrario, ovvero tra gli ultras già coinvolti nell'inchiesta di due mesi fa. Ferrario sarebbe stato un impiegato del negozio di "We are Milano", ovvero l'attività commerciale riconducibile ad Andrea Beretta, in carcere con l'accusa di aver ucciso il rampollo di ‘ndrangheta Antonio Bellocco. Nella casa di Ferrario gli agenti avevano trovato alcune chiavi proprio del deposito. Sia la casa però che il magazzino – come riporta Il Corriere della Sera – sono di proprietà di una società riconducibile ai vertici della Curva Nord. Ferrario dopo l'arresto si sarebbe difeso dichiarando di non sapere cosa ci fosse all'interno del magazzino. Ma cosa possono svelare quelle armi?
Ora si sta procedendo con le analisi balistiche sulle armi trovate nel deposito. Qui gli investigatori sperano di trovare l'arma con cui è stato ucciso il 29 ottobre del 2022 Vittorio Boiocchi, all'epoca dei fatti leader della Curva Nord. L'omicidio resta ancora irrisolto. L'arsenale potrebbe essere ora un nuovo punto di partenza per arrivare all'identità dell'assassino: le analisi infatti potrebbero svelare anche quando un'arma è stata utilizzata e quanti colpi ha sparato. La svolta sulle indagini dell'omicidio di Boiocchi potrebbe arrivare anche dalle dichiarazioni di Andrea Beretta che nelle settimane scorse ha deciso di diventare un collaboratore di giustizia permettendo alla sua famiglia di entrare nel sistema di protezione ed evitare una vendetta della ‘ndrangheta.