Come la mafia è riuscita a mettere la mani sugli appalti per le Olimpiadi di Milano-Cortina: valgono 28 milioni
Ci sono anche alcuni appalti per le Olimpiadi Milano-Cortina 2026 nel centro dell'operazione della Direzione Investigativa Antimafia che ha svelato gli affari di due imprenditori considerati vicini al clan mafioso dei Barcellonesi. Al centro dell'inchiesta, eseguita insieme al Gico (Gruppo investigativo sulla Criminalità Organizzata) della Guardia di finanza e coordinata dal pubblico ministero Silvia Bonardi della Direzione Distrettuale Antimafia di Milano, ci sono gli imprenditori Francesco Scirocco e Giovanni Bontempo: dietro alla società Infrastrutture M&B Srl, con sede a Milano, riuscivano a mettere le mani su diversi lavori pubblici in giro per l'Italia dal valore di milioni e milioni di euro. Entrambi ora sono in carcere.
La società dietro cui si nascondeva la mafia
Per capire come i due imprenditori tentavano di aggiudicarsi gli appalti è necessario analizzare la società con la quale si presentavano alle gare pubbliche, ovvero la Infrastrutture M&B Srl. Questa era stata costituita nel 2019 e come soci aveva al 24,4 per cento Giovanni Bontempo e al 76,6 per cento la moglie. Anche se le indagini hanno svelato che a tenere le redini della società era l'uomo.
A svolgere funzioni di amministrazione o di co-amministrazione di fatto dell'azienda era Francesco Scirocco: come si legge negli atti del Tribunale, gestiva la fase esecutiva di numerosi appalti pubblici, "aggiudicati alla stessa società, anche in Ati (Associazione temporanea di imprese) con ulteriori persone giuridiche". Ma c'è di più: Scirocco era stato già condannato in via definitiva per i suoi rapporti con il sodalizio mafioso, denominato dei "barcellonesi", attivo nel versante tirrenico della provincia di Messina e riconducibile a Cosa Nostra.
Stando a quanto spiegano gli inquirenti, gli imprenditori agivano "con la finalità di agevolazione del sodalizio mafioso riconducibile a Cosa Nostra siciliana, operante sul versante tirrenico della provincia di Messina, e di cui, attraverso l’intestazione fittizia, veniva accresciuta la posizione sull’intero territorio nazionale e rafforzato il suo potere economico, laddove, in particolare, le commesse pubbliche, ottenute tramite l’uso di Infrattutture M&B srl, erano destinate ad essere subappaltate a società di riferimento".
Come la mafia ha messo le mani su alcuni appalti per le Olimpiadi 2026
Tra le gare d'appalto su cui Francesco Scirocco era riuscito a mettere le mani ci sono anche alcune che riguardano le Olimpiadi Milano-Cortina 2026 a Livigno, in Alta Valtellina, in provincia di Sondrio. La gara d'appalto era così descritta:
Gara (CIG: A02BCE88C9 bandita da INFRASTRUTTURE MILANO CORTINA 2020 2026 S.P.A. per l’affidamento dei lavori connessi con l’intervento “b!3.0 – realizzazione del parcheggio interrato Mottolino località Bendi”, in comune di Livigno (SO), e delle opere ad esso complementari, con opzione per l’affidamento dei lavori di realizzazione della copertura del fiume Spòi e del locale interrato “sala pompe bacino”, per un importo di euro 28.187.151,97 .
In questo caso Scirocco ha deciso la partecipazione di Infrastrutture M&B srl anche "in associazione a possibili Consorzi". Inoltre "si occupava di far predisporre, in tutto o in parte, l'offerta tecnica da presentare e concordava con Bontempo i ribassi da applicare". Così era riuscito a puntare una gara che valeva 28 milioni di euro.
Le altre gare d'appalto in cui era riuscita a inserirsi la Infrastrutture M&B srl
La Infrastrutture M&B srl concorreva a diverse gare d'appalto, sia al Nord che al Sud. Tra i lavori che sono riusciti a imporsi c'è quello di Anas Spa per la manutenzione del corpo stradale, suddiviso in 23 lotti, nel Catenese. L'appalto totale valeva 40 milioni di euro ed era finanziato con i fondi del Pnrr. La Infrastrutture M&B srl era incaricata dell'esecuzione di una parte dei lavori pari alla somma di 7 milioni e 573mila euro. Anche in questo caso Scirocco, "si occupava, – riportano gli inquirenti – per la mandante, del reperimento dei fornitori, concordando i relativi preventivi, dell’individuazione di figure professionali quali quella del ‘responsabile del servizio di prevenzione e protezione' del relativo cantiere".
Altro bando è quello emesso dal Comune di Diano Marina per l'affidamento della progettazione esecutiva ed esecuzione dei lavori per la costruzione di un asilo nido. Anche questa opera era stata finanziata con i fondi Pnrr. L'importo in questo caso valeva oltre 957mila euro. "Con specifico riferimento a tale pubblica commessa, Scirocco individuava A. R., classe 67, imprenditore catanese operante nel settore edile, come soggetto al quale Indrastrutture M&B srl avrebbe potuto affidare, in subappalto, la realizzazione totale e/o parziale dell’opera pubblica", come spiegano gli atti del Tribunale.
La gestione dell'azienda permetteva di agevolare la mafia
La vicinanza con il clan siciliano ha permesso di svelare come la partecipazione alle gare di appalto favorivano Cosa Nostra. Su questo punto il Tribunale ha così spiegato quello che accadeva:
Le risultanze dell’indagine consentono, a questo punto, di ritenere sussistente un grave quadro indiziario deponente per l’ipotesi che la gestione, da parte di Bontempo, delle varie società di cui si è detto, e in particolare della Infrastrutture, tramite interposizione fittizia di terzi, sia funzionale all’agevolazione della attività di un’associazione riconducibile al tipo dell’art. 416 bis, ciò è a dire un’associazione di tipo mafioso.
E che la direzione occulta delle relative attività imprenditoriali da parte di Scirocco – con la tecnica del ‘doppio schermo', per cui Bontempo gestisce la società sotto lo schermo dell’interposizione fittizia di terzi, in particolare della moglie, e la società stessa è lo schermo per attività imprenditoriali riconducibili, attraverso la figura di Scirocco, all’universo mafioso – rappresenti il canale operativo attraverso il quale tale agevolazione trova luogo. Scirocco è stato coinvolto in molteplici indagini svolte dalla DDA di Messina, in relazione alla sua contiguità con Cosa Nostra e, nella fattispecie, con la cosca egemone nel versante tirrenico della provincia e radicata a Barcellona Pozzo di Gotto.