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Ultime notizie sull'omicidio di Laura Ziliani

Come hanno provato a difendersi in aula Silvia e Paola Zani, imputate per l’omicidio di Laura Ziliani

Oggi l’udienza determinante del processo per la morte dell’ex vigilessa di Temù Laura Ziliani, che vede imputati per omicidio le figlie Silvia e Paola Zani, 29 e 21 anni, e il fidanzato Mirto Milani: i tre, a pochi mesi dall’arresto, hanno confessato l’omicidio. “La nostra era una relazione a tre. Mirto non doveva confessare, lì è crollato tutto”
A cura di Francesca Del Boca
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"Quando ho ucciso mia madre ero convinta che lei volesse avvelenarci. Ci avrei messo la mano sul fuoco". Parla davanti alla Corte d'Assise di Brescia Silvia Zani, 29 anni, una delle due figlie di Laura Ziliani, l'ex vigilessa di Temù uccisa nella notte del 7 maggio 2021 e trovata cadavere l’8 agosto successivo.

Oggi l'udienza determinante del processo per la morte della donna, che vede imputati per omicidio anche il fidanzato Mirto Milani, 29 anni, e la sorella Paola Zani, 21 anni: i tre, a pochi mesi dall'arresto, hanno confessato l'omicidio. Il possibile movente, quello di mettere le mani sul patrimonio immobiliare della donna.

La testimonianza di Silvia Zani in aula

"Con mia madre ho sempre avuto un buon rapporto, trascorrevamo parecchio tempo insieme", le parole della figlia Silvia in aula. "Ma eravamo convinti che nostra madre volesse ucciderci. Eravamo spaventatissimi. Non so perché volesse ucciderci, forse perché ero una rompiscatole o perché volevo gestire gli immobili che abbiamo ereditato dopo la morte di mio padre in modo diverso".

A supporto di questa tesi, la giovane ha portato il ritrovamento di alcuni alimenti contaminati, a suo dire avvelenati proprio dalla madre: ovvero un vasetto di Nutella con una patina oleosa, e del sale con della soda caustica. “Non so se la mamma ci voleva davvero bene, continuava a dire che non voleva avere figli".

Laura Ziliani
Laura Ziliani

Il delitto prendendo spunto dalle serie tv

"All'inizio volevamo fuggire, avevamo comprato dei biglietti aerei per maggio del 2021, ma poi io e Mirto abbiamo pensato di ucciderla. Volevamo fosse veloce, indolore, che non se ne accorgesse neanche".

L'ispirazione per il delitto? Direttamente da alcune popolarissime serie tv.

"Vedendo il telefilm Dexter abbiamo scoperto che vi era un veleno che non lasciava tracce nel corpo. Abbiamo consultato internet e verificato che quanto appreso dalla serie tv era vero", aveva raccontato al tempo una delle figlie.

"Vedendo Breaking Bad abbiamo invece saputo che si poteva utilizzare anche la ricina, una sostanza tratta dal ricino. A Temù abbiamo provato ad estrarla e abbiamo ottenuto una polvere, ma non sapevamo come utilizzarla. L’abbiamo messa nell’auto di mia madre, nei bocchettoni dell’aria, pensando che lei potesse respirarla, ma non ha funzionato".

Mirto Milani
Mirto Milani

"Ma non li abbiamo mai usati, abbiamo solo fatto un tentativo di avvelenamento della tisana della mamma con del liquido antigelo". Poi la morte violenta, la sera del 7 maggio 2021. L'ex vigilessa viene stordita con dei calmanti nascosti in un dolce, e poi strangolata.

"Ho anche dato un pugno e insultato mia mamma. In quel momento la odiavo perché mi stava costringendo a farle quello, mi avrebbe rovinato la vita", aveva confessato sempre la figlia Silvia.

La confessione di Mirto Milani al compagno di cella

Ma la confessione vera e propria, quella che ha fatto precipitare il debole castello di bugie maldestramente costruito dal "trio criminale", è stata quella di Mirto Milani. Al compagno di cella il 28enne racconta infatti per filo e per segno le varie fasi del delitto. "Ho raccolto le sue confidenze", riporterà poi il detenuto. "Prima si professava innocente, poi ha detto che tutti loro dovevano difendersi da Laura".

Confessione certo non gradita, per le due sorelle complici. "Non mi aspettavo che Mirto parlasse con qualcuno, il patto era che tutto doveva morire con lei", sempre Silvia, durante l'udienza. "Gli ho scritto una lettera piena di cose orribili. Volevo urlare in corridoio che ero un'assassina".

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"Mirto era innamorato sia di me che di mia sorella"

Un trio criminale, e non solo. "Io e Mirto stiamo insieme da 12 anni, siamo due metà della stessa cosa", sempre Silvia oggi in aula. Due metà che poi inglobano una terza parte. "Eravamo un'unica unità, in cui le scelte venivano sempre prese insieme: decideva sempre la maggioranza, siamo troppo legati". Al punto da isolarsi pian piano da tutti i legami esterni, dai familiari agli amici.

E al punto da creare un vero e proprio rapporto a tre, in tutti i sensi. "Era una relazione poliamorosa, che nel nostro Paese non è accettato ma altrove è la normalità. Mirto mi aveva detto che era innamorato sia di me che di mia sorella, e io non ci trovo niente di male. Ero consenziente".

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