Come hanno fatto a vandalizzare l’ingresso della Galleria di Milano e cosa hanno scritto
Il frontone ottocentesco della Galleria Vittorio Emanuele II a Milano, immacolato da più di 150 anni, si è svegliato stamattina con una novità: una scritta verde proprio al centro della facciata, al di sopra dell'arco di ingresso che si spalanca su piazza del Duomo. È stata opera di tre persone, al momento ancora non identificate, che nella tarda serata di ieri 7 agosto si sono arrampicate fino in cima alla galleria e hanno dipinto alcune scritte con le bombolette spray. Ma come è stato possibile, per il piccolo gruppo di writer, raggiungere un punto così alto e inaccessibile?
Come è stato possibile raggiungere il frontone della Galleria
Un'impresa più semplice di quello che si possa pensare, in realtà. Non tutti sanno, infatti, che la galleria commerciale milanese prevede una serie di camminamenti nascosti (e aperti al pubblico solo in rare occasioni): il percorso è lungo 550 metri, e corre intorno alla copertura in vetro e ferro della galleria e alla cupola centrale. Sarebbe così proprio attraverso uno di questi stretti corridoi pedonali, raggiunti da uno dei locali notturni della Galleria, che i tre avrebbero raggiunto il cornicione per poi dileguarsi tra i tetti, forse utilizzando una scala di servizio.
Nessun atto dimostrativo
Intanto, mentre il governatore della Lombardia Attilio Fontana invoca "il massimo della pena" per i responsabili ("li prenderemo, devono pagare fino all'ultimo centesimo", ha scritto sulla sua pagina social), le ricostruzioni della polizia locale di Milano hanno escluso la pista della rivendicazione politica, così come quella del gesto dimostrativo. Si tratterebbe insomma di semplici "tag" vergate con la bomboletta di vernice colorata, che nel mondo dei writer e della street art urbana rappresentano un segno di riconoscimento di un gruppo o di un singolo, spesso emulato anche da chi si trova al di fuori della scena locale.