Come è possibile che una ragazza muoia per aver ingerito tracce di latte: la spiegazione dell’allergologo
Una reazione allergica è stata letale per una ragazza di 20 anni che pensava di mangiare tiramisù vegano e invece ha ingerito anche una piccola quantità di latte di cui era allergica. Per la giovane ci sono voluti pochi secondi per perdere i sensi e cadere a terra. Ma come è possibile una reazione simile? Di che tipo di allergia stiamo parlando? A Fanpage.it lo ha spiegato il Dottor Jan Schroeder, direttore di allergologia e immunologia dell'ospedale Niguarda di Milano.
Di che allergia si tratta?
In questo caso si tratta dell'allergia alla proteina del latte. Nulla c'entra con il lattosio, che è lo zucchero del latte e può portare solo a un'intolleranza. L'allergia alle proteine del latte è invece l'allergia più pericolosa in assoluta nell'adulto. A volte basta inalare il latte per morire in pochi minuti. È gravissima, perché la reazione è molto veloce.
Quali sono i sintomi?
Una persona allergica appena mangia anche una piccola quantità di latte si sente prudere le mani e i piedi. Successivamente si possono avere orticarie e gonfiori. Con il passare di pochi secondi arriva anche la nausea fino all'abbassamento della pressione che può far perdere i sensi il paziente. Purtroppo questa allergia è molto grave e può portare alla morte. Molto probabilmente si ha una morte per arresto cardiaco.
Qual è la terapia?
Sicuramente è l'adrenalina. I pazienti che sanno di avere questa forma grave di allergia hanno sempre con sé l'adrenalina da iniettarsi in vena nel caso ingeriscano per errore il latte. A volte però non pensano di avere un attacco così grave in corso e quindi fanno l'errore di aspettare qualche secondo. Ma proprio quei pochi secondi in cui aspettano risultano fatale.
In Lombardia siamo particolarmente fortunati perché siamo riusciti a ottenere l'adrenalina gratuita per i pazienti allergici. Ai nostri pazienti diamo 500 fiale di adrenalina all'anno e sono sempre contento quando alla fine dell'anno le buttiamo via perché vuol dire che non ne hanno avuto bisogno. Sono i soldi meglio spesi per la prevenzione.
Per questi pazienti avere con sé l'adrenalina è fondamentale perché è possibile, quando si esce a cena, mangiare del cibo contaminato. Non bisogna quindi mai uscire senza almeno una fiala.
Si può guarire? Ci sono delle terapie?
Purtroppo no. Se per le allergie da punture di vespa – che anche in questo caso possono sfociare in uno choc anafilattico – ci sono delle terapie salvavita, per chi è allergico invece alle proteine del latte il rischio è per tutta la vita. Non c'è la possibilità che passi questo tipo di allergia. Qui all'ospedale Niguarda seguiamo una decina di pazienti con questa patologia, mentre quelli in tutto con allergie alimentari sono circa mille.
Quali solo le allergie alimentari più diffuse?
Sicuramente le allergie ai crostacei e alla frutta secca.
Basta anche una piccola quantità di cibo contaminato per arrivare in pochi secondi allo choc anafilattico?
Assolutamente. Nel caso dell'allergia alla proteina del latte, basta tagliare il formaggio con lo stesso coltello con cui poco dopo la persona allergica taglia il pane.
I ristoratori devono avere la massima attenzione…
Negli ultimi anni è migliorato di molto l'atteggiamento dei ristoratori verso queste attenzioni. Da quando ci sono nei menù scritti gli allergeni tutto è più sicuro. È importante essere certi che non ci sia mai il rischio di una contaminazione.
Come si possono prevenire episodi di choc anafilattico?
Noi medici passiamo molto tempo a educare i nostri pazienti su come comportarsi. Dedichiamo più tempo a spiegare loro cosa fare per evitare lo choc anafilattico che la fase diagnostica. Perché in questo caso è più utile prevenire.